Castellammare, Fincantieri: il Pdl chiede sostegno per l’indotto

“Finché ci sto io, il Cantiere di Castellammare non chiude”. Queste sono state le parole dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono durante la cerimonia dell’ultimo varo a Castellammare ma intanto si è fatto ben poco per mantenere in vita il Cantiere. Quel poco di lavoro per la realizzazione del troncone è ormai al termine e da Gennaio prossimo infatti il Cantiere resterà completamente fermo. Le prospettive per il futuro: stando alle ultime dichiarazioni fino al 2013 di commesse in vista non ve ne sono.

Distribuire equamente il carico di lavoro fra i vari Cantieri del gruppo, non era  una semplice richiesta, ma un grido d’allarme per mantenere vivo il Cantiere e preservare il livello occupazionale, lanciato dai Lavoratori del Cantiere, dall’Indotto e dai Sindacati.   All’epoca, l’ex Sindaco Vozza, eletto presidente di un comitato di sindaci delle Città-Cantiere, cosa riuscì ad ottenere? Beh attualmente il Cantiere di Castellammare versa in uno stato pietoso: da un anno a cassa integrazione e oggi senza lavoro, mentre i Cantieri delle altre Città, stanno ancora lavorando e ottengono finanziamenti per la ristrutturazione.

Si legge sulla stampa locale:  “E’ stata ottenuta la copertura per la Cassa integrale per l’indotto Fincantieri per tutto il 2011” e qualcuno se ne fa un vanto personale.  Forse non tutti sanno, e questo è da rendere pubblico perché gli operai e la cittadinanza devono sapere, che la piccola azienda dell’indotto deve versare all’INPS una quota parte del 4% sulla Cassa Integrazione, comunque l’operaio continua a maturare il TFR e poi ci sono le spese aziendali, tutto ciò grava non poco sulla piccola azienda, dando dei numeri, sono circa Duecento (200,00 €) al mese per ogni operaio. Ovvero  € 2.500 anno/operaio, quindi, se una azienda ha 10 operai dovrà garantire  € 25.000 per un anno senza ottenere nessuna entrata.

Un anno fa, le aziende dell’indotto hanno creduto ad una possibile ripresa e    responsabilmente si sono caricati di oneri e spese, per fare in modo che non si disperdesse quel bagaglio di capacità lavorative ed esperienze, acquisito nei decenni nel settore delle costruzioni navali, patrimonio e vanto del nostro glorioso                                 Cantiere. Ma un altro anno al buio e senza intravedere uno spiraglio, onestamente le aziende non se la sentono di firmare anche per la Cassa integrale per tutto il 2011.

Il PDL di Castellammare, a nome del responsabile delle attività produttive Franco MASCOLO, chiede alla Regione Campania e al Governo anche in virtù della “pioggia di miliardi” annunciata dal Governo per il sud, di verificare la possibilità di modificare i criteri della Cassa Integrazione (se cosi deve essere l’attuale percorso dato dalla pesante crisi che attanaglia il settore navale) e farsi carico anche della quota parte che le piccole aziende sono costrette a versare, ed invita i Sindacati tutti a sostenere questa giusta causa.

Se ci sta a cuore la sorte degli Operai, vanno prima salvaguardate le aziende, altrimenti si rischia che a versare soldi senza nessun rientro, nelle casse  non resterà nemmeno il TFR accumulato e riservato all’operaio.

Premesso quanto sopra, Franco Mascolo nonchè imprenditore dell’indotto, lancia la sua proposta, “Anziché sperperare danaro pubblico per mantenere gli operai a cassa integrazione senza nulla produrre, si potrebbe costruire naviglio a fondo magazzino, navi utili a percorrere il mediterraneo (navi tecnologicamente avanzate, tipo ultimi traghetti costruiti proprio a Castellammare) di proprietà dello Stato o della Regione.

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