Due mesi senza lezioni e senza esami: la protesta contro il ddl Gelmini sulla riforma dell’Università italiana sta mettendo in seria difficoltà gli studenti. L’astensione dalla didattica dei ricercatori universitari, cominciata a settembre, ha determinato il blocco delle lezioni e degli esami.
Una protesta per molti versi legittima, ma che ha finito col mettere nei guai moltissimi studenti. Alcuni di loro si sono rivolti a Codici Campania, il Centro per i Diritti del Cittadino che ha la sua sede regionale a San Giuseppe Vesuviano, per segnalare il loro disagio.
Codici Campania ha scritto alle Università di Napoli e Salerno e al Ministro Gelmini, chiedendo l’impegno a far riprendere le lezioni il prima possibile ma soprattutto chiedendo l’immediato rimborso parziale delle tasse universitarie pagate.
Spiega Cristina Bianco, uno dei legali dell’associazione: “Sono ormai oltre due mesi che gli studenti attendono pazientemente la ripresa delle normali attività didattiche e allo stato alcun cambiamento si è verificato. Gli studenti hanno diligentemente pagato le costosissime tasse universitarie e, quale controprestazione, si vedono privare dell’importante diritto a partecipare alle lezioni ed ha sostenere gli esami”.
Di fatto, anche chi contesta il ddl Gelmini e condivide la protesta soffre del continuo blocco della didattica e sa che alla lunga tutto ciò non può continuare.
E’ chiaro che tra gli studenti prevalga anche l’interesse a terminare presto gli studi: un interesse legittimo e condivisibile, almeno quanto quello che induce i ricercatori a protestare. Per questo Codici Campania si augura che si trovi presto una soluzione che soddisfi le migliaia di studenti che finora hanno sofferto questo stato di cose.
Aggiunge Cristina Bianco: “In ogni caso chiederemo l’immediato rimborso delle tasse universitarie pagate e presenteremo un ricorso alla magistratura per il risarcimento dei danni provocati”.