Quali bollicine a Natale? I suggerimenti del sommelier

Tartine al salmone, gamberoni crudi, carpaccio di baccalà e tartufi di mare, impreziositi da uova di lompo adagiate in guscio di capesanta su ghiaccio a neve e, in un piattino di lato, pane imburrato!

Al centro del tavolo, sigarette di grissini al culatello, alternate a fichi sbucciati, colti freschi dalla pianta in giardino. Questo l’antipasto che deliziò, subito, i miei occhi, ancor prima di, …come dire…,cominciare a “lavorarci” per la gioia del palato. La ricorrenza era importante e nonna Maria aveva preparato sontuosamente la cena che ci avrebbe stupefatto. «Se il buon giorno si vede dal mattino…», pensai.

Ben presto, però, mi accorsi che qualcosa non andava; accadde quando innaffiai con il vino bianco, posto a tavola, quel ben di Dio, senza che questo fosse in grado di esaltarne i profumi ed i sapori. «Qui ci vorrebbero delle bollicine; faccio un salto a procurarne», esclamai! Nonna Maria, con espressione interrogativa, mi scrutò. «Spumante, nonna, champagne» incalzai! «Ma ne ho un cartone intero in cantina» mi rispose. «Un cartone…?!… In cantina…!?…E da quando tempo?!?» Replicai. «…E che ne so…e saranno 10 o 15 anni che me lo regalarono,..ne prendo?Non pensi sia meglio conservarlo per un’altra occasione? Ne prendo?» mi rispose. Confermai che bisognava assolutamente prenderlo, ma per buttarlo via, non per gustarne il vivace perlage! A questa mia affermazione, la nonna divenne rossa in volto ed arrabbiata mi urlò «Buttarlo!? Ma sei matto?Oohh!! Ma lo sai che è MOET & CHANDON? Voi giovani avete perso ogni valore. Fosse per voi buttereste anche il MASCHIO ANGIOINO! Pazzo sei, ecco cosa sei, Pazzo!!»

Sbellicavo dalle risa, a quel punto, ma non intendevo mancarle di rispetto, offenderla. Si decise di portare su quel cartone di spumante francese ma, per ognuna di quelle bottiglie, appena tolta la capsula, il caratteristico tappo a fungo risultava ristretto, senza compressione intorno alla bocca, senza più tenuta, ed il sughero che lo componeva si sbriciolava cadendo all’interno della bottiglia che ormai conteneva solo del vino marsalato, ossidato e, quindi, imbevibile. Ne stavo liberando una nel lavandino della cucina  quando la nonna, afferrandomi il braccio, mi urlò ancora «Fermo! Io lo bevo!» evidentemente rammaricata per quel dono non goduto in tempo. No. Non riuscì a berne, proprio non le riuscì. Era Champagne, ma era andato! Purtroppo!

Morale: Ora che gli scaffali dei supermercati sono pieni di migliaia di bottiglie di spumante, in occasione delle feste natalizie, siano esse francesi, italiane o spagnole, dovete stare molto attenti a cosa comprate. Potete acquistare Champagne, Cremant o Cava, Spumante Metodo Classico o Martinotti-Charmat, quindi Prosecco, ma dovete prestare attenzione all’etichetta. Cercate di scorgere la data di sboccatura, più difficile da trovare nei prodotti stranieri. La dicitura, di solito la mettono nella retro-etichetta, può essere:- SBOCCATURA o DEGORGIATO o DEGORGMENT. Per cogliere lo spumante nella sua fase migliore è meglio che non superi nove mesi, un anno dalla data di sboccatura. E noi non sappiamo da quando tempo questi prodotti sono in deposito, prima di essere posti in vendita. Laddove non trovate chiara l’etichetta, nel dubbio, desistete. Anche se si tratta di prodotti di grido, di marca, non comprateli. La maggior parte dei produttori italiani garantisce la voce della sboccatura sulla bottiglia.

Orientatevi, poi, secondo le vostre esigenze. Il Metodo Classico, il migliore nella spumantizzazione che prevede la rifermentazione in bottiglia, ha colori che sfumano dal paglierino al dorato, profumi intensi e complessi, lunga persistenza aromatica in bocca e le vivaci bollicine salgono nel bicchiere, continuamente, per minuti e minuti. Nel METODO MARTINOTTI-CHARMAT, dove è prevista una rifermentazione in autoclave invece della bottiglia, i colori sono più tenui e tendenti a riflessi verdolini, il profumo più vivace e fragrante ed il sapore è più fresco, meno strutturato rispetto al Metodo Classico e, sicuramente, costa anche di meno, pur garantendo prodotti di ottima qualità.

Voglio, infine, esortarvi a bere moderatamente.Bevete di meno ma più di qualità.

La vita è troppo breve per bere vini mediocri”. (Goethe.1749-1832)

Santino Colella

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