Nuovamente in strada, i ristoratori gragnanesi aspettano risposte certe dall’amministrazione comunale. Vogliono aprire, hanno perso già tre mesi di incassi e si avvicina il “ricco” Natale che a Gragnano significa incassi record per i produttori di panuozzo. Ieri mattina, nuovo sit-in pacifico, senza blocco stradale, da parte dei pizzaioli di Gragnano, che hanno atteso invano un incontro con il sindaco Annarita Patriarca per discutere ancora una volta sulla questione panuozzo. Dieci giorni fa, infatti, il consiglio comunale ha approvato un documento che permetterà, probabilmente entro fine anno, l’apertura di alcune delle 20 pizzerie chiuse per abusivismo edilizio o mancanza di autorizzazioni. Una decina circa, per le altre c’è lo spettro dell’abbattimento e dunque della cancellazione definitiva. «Vogliamo risposte certe e soprattutto vogliamo lavorare» spiegano i ristoratori gragnanesi che hanno portato la città della pasta a diventare, in pochi anni, famosissima in tutta la Campania anche per il panuozzo. Il turismo enogastronomico “mordi e fuggi” dipende per oltre la metà proprio dal settore della ristorazione, letteralmente in crisi da settembre ad oggi. Nel frattempo, l’ufficio tecnico comunale ha ricevuto i primi tre proprietari di pizzerie per valutare le condizioni che possano portare alla riapertura dei locali. La situazione per i primi tre potrebbe sbloccarsi entro un paio di settimane, ma per gli altri i tempi sono ancora lunghi. Dalle due settimane che erano state programmate, sicuramente si slitterà ancora di un mesetto, forse due. Tutto in attesa dell’approvazione del Puc, ancora lontana. E l’opposizione fa sentire la propria voce. Michele Inserra, capogruppo consiliare del Partito Democratico, indica un’altra strada per la soluzione del problema: «Inutile girare attorno al problema – afferma Inserra – per salvare le attività ristorative chiuse bisogna soltanto attuare la delocalizzazione degli esercizi in difetto. Il provvedimento “salva–panuozzo”, secondo l’opposizione, è una norma che consentirebbe di estendere al terzo condono le istanze di sanatoria edilizia, facilitando la concessione di licenze di agibilità provvisoria e garantendo anche la riapertura di alcuni locali dopo aver proceduto alla demolizione delle aree abusive interne.