I sindacati chiedono un incontro immediato alla soprintendente per discutere sulla conclusione del progetto di apertura ordinaria al pubblico di tredici nuove domus all’interno dell’area archeologica di Pompei, prevista per il prossimo 31 dicembre. L’incontro chiesto da Cgil, Cisl, Uil, Flp, Rdb e Confsal-Unsa chiesto alla soprintendente della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Jeannette Papadopoulos servirà per scongiurare la paventata chiusura di tredici domus per mancanza di personale. In realtà, un accordo esiste già dal 22 aprile, quando l’allora commissario delegato Marcello Fiori, prima di lasciare l’incarico, diede assicurazione di aver accantonato la somma necessaria alla realizzazione di tale progetto, anche per tutto l’anno 2011. Da allora, i sindacati sono in attesa di un incontro per la firma definitiva dell’accordo che dovrà avvenire prima del 31 dicembre, altrimenti si rischia la chiusura al pubblico di alcune delle attrattive principali degli Scavi di Pompei, ovvero le case degli Amorini dorati, del Menandro, di Sallustio, di Marco Lucrezio Frontone, di Obellio Firmo, dell’Ara Massima, dei Quattro Stili, di Casca Longa, di Giulio Polibio, dei Casti Amanti, della Fontana Piccola a Mosaico, del Foro Boario e il Termopolio. Intanto, Mary Beard, docente di storia antica all’Università di Cambridge, propone un patto internazionale salvare Pompei. «Il ministero e la soprintendenza di Pompei – ha commentato la soprintendente di Pompei, Jannette Papadopoulos – sono da sempre aperti a confronti oltre confine attraverso la collaborazione con le più prestigiose università e istituti di ricerca soprattutto nel campo degli studi scientifici che rappresentano la base di ogni azione di tutela».