Un sistema a trazione nordista. È ciò che pensa il governatore Stefano Caldoro dell’attuale assetto politico-economico del Paese. Ha avuto modo di ribadirlo durante il dibattito su «Mezzogiorno e ceti dirigenti» organizzato dai Cavalieri del Lavoro. Tra i partecipanti anche l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato e il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. Caldoro da un lato ha manifestato soddisfazione per i 100 milioni del piano del governo sul Mezzogiorno, dall’altro ha denunciato la pratica politica diffusa di Regioni più «tendenti a difendere le proprie risorse che a favorire la crescita nazionale». Lo sviluppo generale del Sud sarebbe frenato, secondo il governatore, dai modelli protezionistici delle regioni del Nord: «Ognuno tende a difendere quello che ha, nella logica della gelosia, ma così non si fanno progressi e non c’è sviluppo. Serve un’operazione di sistema, che sia strategica, è uno sforzo da fare tutti insieme. La critica costruttiva deve prevalere sulla rassegnazione». Nel lodare il piano per il Sud, coordinato proprio da Fitto, Caldoro ha fissato anche quelle che per lui sono le priorità: ambiente, natura e soprattutto ricerca, su cui deve investire l’imprenditoria. «Occorre quindi uscire da logiche regionali e puntare sulla cultura e sulla movimentazione delle merci». Anche D’Amato non ha fatto sconti al «sistema nordista»: «La trazione nordista è il frutto di un periodo che parte dall’inizio degli anni Novanta, cioè da quando la Lega Nord ha saputo imporre ricatti e veti fortissimi. Allo stesso tempo fino ad oggi si è parlato di Sud solo in occasione delle campagne elettorali, per poi riporre il fascicolo il giorno dopo il voto». Diverso invece il giudizio dell’ex leader di Confindustria sul piano del governo: «Lo ritengo per ora insufficiente, ma rappresenta in ogni caso un punto di partenza che deve responsabilizzare tutti noi del ceto dirigente, non solo i politici. Possiamo rilanciarci con la buona amministrazione e con la rivoluzione silenziosa del lavoro». Per Fitto invece «la trazione nordista non dipende dal governo, ma da un sistema che rispecchia le differenze tra due aree, con maggiore visibilità per il Nord. Sicuramente il Sud non è aiutato né dalle anarchie né dei localismi. Occorre una visione d’insieme e pochi progetti strategici».
Antonio Averaimo