La seconda rappresentazione, “Palommella alla Luce del Sole”, proposta dalla compagnia sarnese “In Alto Mare”, verte su una trama ambientata agli inizi degli anni’90 ma tutt’ora attuale. Ricalca i temi ‘caldi’ del nostro tempo in un realismo/pessimismo che investe sia l’aspetto interiore che quello sociale, facendosi forte delle significative espressività del corpo e dell’animo, attingendo dal teatro, dalla musica, alternando comicità e drammaticità alla ricerca del concetto non solo teorico di ‘Libertà’. L’intreccio sociale in cui si svolge la vicenda è impiantato in un quartiere come ce ne sono tanti della nostra Napoli, dove il desiderio di vivere liberi, la ribellione ad un ‘male’ che nasce dal bisogno, dalla povertà, dalla rabbia, scorrono veloci penetrando ovunque, ma che, avvalendosi di precise ‘strategie’, cercano di evitare gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi. “Invade il tuo territorio, il tuo sistema, il tuo quotidiano e senza accorgertene diventi il suo complice … Provi a reagire per cercare una via d’uscita fidando sulla passione, sull’arte o semplicemente ‘facendo gruppo’, aggregazione!”.
Ognuno dei personaggi dell’opera scritta e diretta da Francesco Mancuso, prova ad esprimere il proprio malcontento partendo dal contesto in cui vive rapportato alla propria età. Ed ecco che troviamo Don Pino, ‘padre coraggio’ che si ribella alla criminalità organizzata del quartiere provando a dare esempio, forza e audacia ai giovani disorientati, creando un centro di aggregazione per tenerli lontani di pericoli malavitosi. Una calamita che invoglia al senso di libertà attraverso l’arte, ma anche inscenando una protesta con striscioni per un’antenna che provoca inquinamento atmosferico a ridosso di una scuola, autorizzata da un sindaco compiacente che baratta la salute della gente, soprattutto minori, per ‘diecimila’ euro! Senza tralasciare la ‘munnezza’, simbolica ed effettiva dei nostri giorni che provoca malattie, ma anche immagini di degrado della nostra dignità di città tra le più belle al mondo! Che squallore!
C’è Michelangelo, nostalgico idealista, artista di strada che crede ancora in ‘pullecenella’ … che è riuscito a sopravvivere al carcere minorile per una vita semplice, fatta di stenti, ma che comunque sciorina con dignità alla sua famiglia, ai suoi amici e, ‘ringhiando’ anche al ‘guappo’ della zona. La sua mancanza di ambizioni – quelle alla ricerca del benessere, del vita facile, della ricchezza – gli ha fatto fallire il matrimonio! Ma lui, nonostante tutto è rimasto in trincea! Ed anche il figlio, Francesco, gli rinfaccia continuamente il suo ‘fallimento’ nel confessargli che vuole fuggire da questa tremenda realtà che offre solo degrado e paura appena fuori dall’uscio di casa, in uno scontro generazionale così frequente in ogni nucleo familiare. Ma c’è la sua ragazza che aspetta un figlio! Ed allora i suoi propositi di ‘fuga’ si sciolgono in un dolce sogno di un futuro da padre, nella cui ottica si augura che il nascituro non gli faccia passare gli stessi ‘guai’ che lui ha creato al buon Michelangelo, per il quale propone la ‘supponta’.
C’è ‘Tanino’ l’ignorante pseudo attore che nel vano tentativo di sciogliere l’amletico dubbio Shakespeariano ripete con la ‘capa e morta’ in mano: “E’ essa o nun è essa?”, scatenando l’ira del ‘registro’ della recita parrocchiale che non sa come spiegargli la ‘parte’. La ‘saggezza’ della ‘donna di casa’ che invita i propri cari a stare lontana dai guai, fa da contraltare alla delusione del ‘trans’ che dopo il cambio di sesso si accorge di non essere ne carne e ne pesce … che, diventata ‘donna’ non potrà mai essere mamma! … E la delusione delle giovani che fanno tardi di notte, che si svegliano stanche, svogliate, deluse … sempre in ritardo ai loro appuntamenti e ‘incompresi’ principalmente dai genitori, neanche se i mali della società derivassero tutti da chi li ha messi al mondo!
E’ ‘Palummella’, simbolo principe di libertà che tiene acceso il fuoco della speranza, a infondere sempre nuove energie a chi non si arrende, a chi smette mai di lottare. Nemmeno lo stridìo di gomme sull’asfalto seguito da tre colpi di pistola al sacerdote che ha fatto un’omelia accalorata contro i soliti noti può spezzarne le ali! Nemmeno il sacrificio di Falcone e Borsellino e degli uomini di scorta può essere messo a tacere. Nemmeno l’ultimo dei caduti per aver lottato contro le ingiustizie di un ‘sistema’ disegnato da cattivi governanti a propria immagine e somiglianza, dove degrado e corruttele sono diventate fatto quotidiano … vedrà zittita la propria voce!
Mauro Romano