Timidamente comincia a intravedersi qualche iniziativa natalizia ad Ercolano. Merito sicuramente di associazioni ed esponenti politici indigeni le manifestazioni non sortiscono però l’effetto desiderato. La gente “snobba” Ercolano preferendo recarsi altrove per lo shopping ordinario o per acquistare prodotti squisitamente natalizi e i tanto attesi regali. A monte di questo “rifiuto qualitativo”, di questa repulsione nei confronti della propria realtà urbana (spesso messa in essere proprio da politici indigeni) la sfiducia degli ercolanesi nei confronti del Pubblico e di gran parte dell’amministrazione comunale. Troppi i flop, le promesse inevase negli anni da un governo locale che oggi deve con estrema difficoltà riguadagnare un consenso pubblico perso molto, molto tempo “addietro”. In realtà è questo il nocciolo della incresciosa vicenda: non è eticamente corretto attribuire all’attuale sindaco Vincenzo Strazzullo responsabilità o disservizi che oggettivamente il noto camice bianco ercolanese ha “ereditato” da predecessori sicuramente onesti e morigerati di Dio ma forse non all’altezza del delicato compito di amministrare una delle realtà più rappresentative del palinsesto turistico campano. Anche tra i consiglieri in carica c’è tanta voglia di fare, di cambiare ma occorre immediatamente portare sul tavolo comunitario risultati concreti e non perdersi dietro questioni clientelari che poco o nulla hanno a che fare con la crescita socio economica di Ercolano. Il dialogo: questo l’elemento vincente sul quale l’amministrazione locale deve investire se si vuole realmente entrare in sintonia con un interland vesuviano che spesse unisce l’ipocrisia bigotta del piccolo centro e alle piaghe sociali endemiche della grande città. Come non lodare l’opera instancabile delle Forze dell’Ordine con particolare riferimento all’Arma dei Carabinieri il cui monitoraggio della città è praticamente incessante. Per far si che le “serrande” dei negozi si rialzino, che l’economia rifiorisca chi governa Ercolano deve imparare ad “osare”, sempre nel limite della legalità e della trasparenza operativa. Gli imprenditori devono essere incentivati ad investire in paese puntando sul rilancio qualitativo dell’industria ricettivo-turistica di un’ area campana per troppo tempo oppressa dalla logica approssimativa e disfattista di gente “incompetente” e avvezza unicamente a soddisfare il proprio meschino interesse. In sintesi la politica ad Ercolano deve ora dare prova tangibile di “riaffermazione” agli occhi di esasperati contribuenti ed investitori sempre più scettici sull’opportunità di trasferire in loco le proprie attività. Della serie: la comunità per l’ennesima volta “invoca” l’intervento dei propri amministratori ad un passo…dalla “resa incondizionata”.
Alfonso Maria Liguori