Primo giorno senza treno per Gragnano. La stazione è rimasta malinconicamente aperta, senza passeggeri ad attendere il treno che non c’è. Ma un sit-in di cittadini ed associazioni ha portato nuovamente attenzione sulla tratta ferroviaria che collegava la città della pasta con Castellammare e Torre Annunziata, cancellata da Trenitalia su richiesta della Regione, per la gioia del sindaco stabiese Luigi Bobbio. Ad organizzare la manifestazione tre donne, Carolina Di Palma, Filli Padovano e Annaluce Pinto, che hanno portato una trentina di persone in stazione, programmando iniziative per i prossimi giorni. Il perché delle proteste? «Gragnano rischia di scomparire dalla cartine ferroviarie italiane – spiegano le organizzatrici – forse per un semplice capriccio di qualche politico. Ma il futuro dei trasporti è sui binari, non certo su gomma, e i gragnanesi rischiano tra qualche anno di restare completamente tagliati fuori». Infatti, in passato sono stati condotti numerosi studi di fattibilità per la costruzione di una linea di tram veloce Gragnano-Castellammare, che hanno tutti dato un responso: progetto difficilmente realizzabile e costosissimo. Presente alla manifestazione anche il presidente della sezione gragnanese del Partito Democratico, Carmine Troiano, che ha puntato il dito contro Bobbio, le cui dichiarazioni sono considerate «sconvolgenti». «È assurdo – spiega Troiano – che il sindaco di Castellammare ritenga la chiusura della tratta una vittoria della sua amministrazione, agitandola come un trofeo. La chiusura della stazione di Gragnano è una vera e propria disgrazia per tutta la città». Anche Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola”, se la prende con il primo cittadino stabiese: «Le sue sono dichiarazioni rozze ed arroganti. Se pensa che sia inutile che protestiamo, perché tutto è già deciso e non riusciremo ad ottenere nulla, si sbaglia. Andremo avanti in tutte le sedi per riportare il treno a Gragnano». Stefano Langarano, presidente del Comitato per la salvaguardia della tratta ferroviaria Gragnano-Castellammare-Napoli, fondato ben 10 anni fa, invece se la prende con tutta la politica: «Centrosinistra prima e centrodestra ora non hanno fatto nulla per potenziare questa linea importantissima – afferma – nonostante le nostre costanti richieste a Comune, Provincia e Regione nel corso degli anni, presentate anche grazie alle associazioni. A maggio, durante la manifestazione per i 125 anni della stazione di Gragnano, ci era stato promesso tutt’altro, non la chiusura». Terenzio Morgone, coordinatore d’associazione Dimensione Civica, fa invece una proposta: «Con l’entrata in vigore del nuovo orario Trenitalia, partiranno treni diretti da Castellammare per Napoli Campi Flegrei. Perché Gragnano è stata esclusa da questo collegamento? Eppure eravamo state noi associazioni gragnanesi a chiedere un collegamento diretto con il capoluogo. Ci restituiscano almeno un diretto con Castellammare in coincidenza con i treni per Napoli». «Ieri mattina – commenta il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – associazioni, cittadini e meridionalisti hanno manifestato a Gragnano contro la chiusura della stazione della città. Purtroppo, invece di rilanciare e riqualificare il sistema del trasporto regionale lo chiudono nel silenzio generale. I Borboni inaugurarono questa stazione i seguaci di Berlusconi e Cosentino la chiudono portando via una risorsa preziosa, un pezzo della nostra storia e della nostra identità di cittadini gragnanesi. La ferrovia di Gragnano nasceva il 12 maggio 1885, inaugurata, tra la folla festante, in presenza del Re Umberto I, della Regina Margherita e del Primo Ministro De Pretis. Ma il 12 dicembre 2010 il Sindaco di Castellammare Bobbio, la Regione e Trenitalia “firmano” il triste finale di una storia durata 125 anni».