In relazione allo smantellamento dei due gazebo simbolo del presidio antidiscarica posti in un’area privata presso la nota “rotonda” ritengo che lo stesso sia un atto pregno di un’antidemocraticità estrema e gravissima. Quello che si tenta di sgomberare e smantellare è il dissenso, ciò che si cerca di demonizzare ed isolare è la richiesta di giustizia e verità da parte di cittadini armati di dignità e senso civico.
La Sari puzza, perde percolato e biogas, è stata realizzata in deroga ai vincoli ambientali, paesaggistici e mille altre norme, le falde acquifere presentano tracce di metalli e sostanze cancerogene, nonostante i controlli molti auto compattatori continuano a presentarsi carichi di talquale ed altre schifezze indicibili e la priorità è lo sgombero di due gazebo probabilmente piantati “abusivamente”, due tende da campeggio con all’interno un divano, una decina di sedie, un fotomontaggio del poster del “ritorno del monnezza” con la faccia del Cavaliere, due ordinanze sindacali emesse e revocate, una mappa delle discariche abusive, un’immaginetta di Padre Pio, un albero decorato con materiale riciclato ed una poesia. Il classico covo di terroristi.
Dire no ad una fabbrica di veleni e tumori che appesta l’aria e minaccia la salute e le speranze di sviluppo di un territorio sembrerebbe un dovere prima ancora che un diritto, da oggi invece sappiamo che, concretamente, è vietato.
Dire no sarebbe stato un diritto ed un dovere anche da parte delle istituzioni locali e di tutti gli altri enti preposti alla tutela del diritto, dell’ambiente e della salute pubblica, altro che dieci o venti cittadini in piedi alle due di notte a controllare il contenuto degli auto compattatori!
Ed invece si smantellano e sgomberano i gazebo, i diritti, i doveri, la democrazia.
Con o senza gazebo la Sari resta un reato legalizzato che deve chiudere i battenti e per il quale è necessario individuare i responsabili di una gestione scellerata ancorché di una scelta politica assurda e paradossale, compatibile unicamente con l’interesse economico di una cricca di malviventi organizzati ed istituzionalizzati.
Con o senza gazebo la protesta è giusta e andrà avanti, è l’unica scelta, diritto, dovere possibile nei confronti della nostra salute e di quella di cui siamo responsabili.
Sgombrate e smantellate la Sari.
Oreste Francesco Paolo, Consigliere Comunale Boscoreale