A spiegarne i contenuti saranno le autrici Mariarosaria Alfieri e Antonella Esposito, Modera Pier Luigi Fiorenza.
E’ fuori dubbio:la crescita di un adolescente è di per sé un processo difficile, in cui inevitabilmente ciascun giovane incontra ostacoli e sperimenta emozioni negative.
Gli adolescenti spesso vivono in maniera conflittuale la loro “fase di confine” e non riescono a immaginare il loro futuro .La società attuale, così com’è strutturata, a differenza delle società primitive, non aiuta affatto a risolvere lo stato di conflitto e d’incertezza della vita adolescenziale.
Dietro i casi più noti di baby-killer, ce quasi sempre un retroterra di incomunicabilità con i genitori, silenzi pesanti e annose incomprensioni che alimentano dissidi.
Gli adolescenti, per il comportamento contraddittorio dei genitori, per la mancanza d’assistenza psicologica, a livello individuale, per i valori contrastanti della società anomica e consumistica, sono costretti a lottare continuamente contro la frustrante realtà circostante.
Questo volume vuole essere una sorta di punto di riferimento per quanti lavorano con gli adolescenti, è inoltre presentata una ricca casistica, dal rito satanico di Chiavenna al rapimento e uccisione della giovane Desirée Piovanelli, dal massacro sconcertante, perpetrato dai fidanzatini di Novi Ligure ad altre innumerevoli situazioni che non debbono essere dimenticate.
Educare vuol dire far emergere le potenzialità positive di questi ragazzi in difficoltà, aiutarli a disegnare biografie sempre meno segnate da solitudine, abbandono e indifferenza, ma nella consapevolezza come sosteneva Papa Giovanni Paolo II, che“la verità del nostro vivere è che siamo consegnati gli uni agli altri..bisognerebbe prendere in mano queste vite e farne di capolavori”.
L’importanza del testo si evince dalle parole delle autrici : “sono tanti i ragazzi che delinquono, spesso ancora bambini. Per questo motivo abbiamo sentito la necessità d’analizzare il percorso deviante dell’adolescente, dalla famiglia al gruppo dei pari e ancora al gruppo deviato e deviante per giungere alla criminalità più efferata. Sono stati presi in considerazione i fenomeni criminali come il branco, le gang e le bande giovanili, le violenze sessuali e gli stupri. È stato inoltre posto l’accento su giovani immigrati e loro correlazione con la criminalità. Studio che fino a oggi non ha ancora purtroppo trovato un unico motivo alla base della criminalità minorile. Gli adolescenti difficili hanno una personalità fortemente narcisistica. Giovani ripiegati su se stessi finalizzati ad avere il possesso su tutto quello con cui entrano in contatto. Non sono personalità in grado di costruire relazioni stabili e di non farsi influenzare da quanto gli accade intorno.”
E concludono dicendo “Siamo tutti chiamati a intervenire seriamente e concretamente per aiutare i nostri giovani a ritrovare modelli sani di riferimento ormai perduti. Abbiamo il dovere morale di fornire valide alternative al disagio e al degrado morale”.
Francesca Di Martino