La Cantata dei pastori è un classico del Natale. L’hanno portata in scena al teatro Italia gli attori della compagnia teatrale Gli amici del signor G, per la regia di Gianni Parisi. La cantata è un’opera di teatro religioso che ripercorre con toni fantastici le vicende della nascita di Gesù Cristo. La prima edizione, ad opera di Andrea Perrucci, risale al lontano 1698 e aveva come titolo Il Vero Lume tra l’Ombre, ovvero la Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato. Numerose insidie vengono messe in atto dai diavoli nel viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme. Lo scopo: impedire la nascita del Salvatore. In questa lotta contro i principi delle tenebre interverranno gli angeli, che alla fine usciranno vittoriosi. La rappresentazione si chiude con l’adorazione di Gesù bambino, che restituisce la classica immagine del presepe. Col passare dai secoli l’opera slittò sempre più verso il comico e il profano, tanto da essere sospesa a fine Ottocento. Negli ultimi anni le ha ridato fama Peppe Barra con la sua compagnia. «La messa in scena della Cantata ha mostrato difficoltà per i costumi, le scene e i dialoghi in rima di fine Seicento», spiega Antonio Franzese, che dieci anni fa diede vita alla compagnia. «La poesia, dallo stesso titolo, di Viviani – continua Franzese – mostra un chiaro spaccato di quest’opera: in essa l’autore rimpiange i tempi in cui a recitare la commedia non erano attori ma gente del popolo che la sera di Natale, dopo aver mangiato e abbondantemente bevuto, truccata alla meno peggio rappresentava la Cantata dei pastori. Lo spettacolo – dice Viviani nella sua lirica – non era solo sul palco ma anche in platea».
Antonio Averaimo