Siamo tutti avvisati: a Pompei è un disastro colposo

 

scavi schola

La notizia degli “avvisi” era nell’area (archeologica) già da qualche tempo. Da quando la magistratura di Torre Annunziata, tre giorni dopo il crollo della Schola Armaturarum (ma perché non subito?), decise di sequestrare le macerie dell’importante edificio degli scavi di Pompei, cosi come tutti gli altri pezzi della città antica che nell’ultimo mese si sono miseramente accasciati al suolo.

Atto procedurale da compiersi, si è detto per sdrammatizzare i nove avvisi di garanzia che hanno investito soprattutto il vertice (anche se in parte pensionato) della soprintendenza archeologica di Pompei.

E’ un’altra brutta notizia per Pompei, un altro “schiaffo” alla credibilità del Paese, che aggrava il clima internazionale negativo, intorno alla capacità italiana di  saper gestire gli scavi di Pompei.

E’ stato un disastro il crollo della Schola Armaturarum e di altre parti della città antica e questo lo sanno in tutto il mondo e anche in Italia lo sanno, finalmente, quasi tutti. Lo sanno certamente anche coloro che, ipocritamente, hanno cercato di non vedere, di minimizzare, parlando di “patacche” e di “allarmismi”.

Oggi lo dice anche la magistratura, ipotizzando colpe tra coloro che ha “avvisato”, per l’appunto, di un’indagine in corso che rimane “a tutto campo”, anche se, per il momento, si è avviata con l’accertamento di responsabilità connesse all’eventuale reato di “disastro colposo”.

E non è che l’inizio…

Il Procuratore della Repubblica, Diego Marmo, ha spiegato che i suoi uffici sono impegnati su diversi filoni d’indagini relative agli scavi di Pompei: tutti delicati, tutti di grande interesse giudiziario.

In gioco è il patrimonio culturale di Pompei che, per ufficiale riconoscimento, è patrimonio universale dell’Umanità, tant’è che l’Unesco, prima ancora della magistratura, ha inviato degli ispettori che hanno visto, ascoltato, valutato e nella prossima primavera ci faranno sapere se stiamo conservando adeguatamente il patrimonio degli uomini del mondo, viventi e del futuro, e se possiamo ancora fregiarci di esserne i depositari e i curatori.

Intanto, mentre le indagini continuano, le azioni di conservazione, di tutela attiva dell’area archeologica sono ferme.

L’ennesimo soprintendente ad interim è in scadenza a fine mese.

Del nuovo e si spera duraturo, non si hanno notizie.

Tutti i dipendenti della soprintendenza sono angosciati, disorientati e in molti non sanno in che direzione condurre il proprio lavoro giornaliero.

Delle promesse sensazionali di invio di “forze speciali”, resta solo l’eco di una plateale risata universale.

Di un Ministro in carica, su cui pende una umiliante mozione di sfiducia individuale si leggono dichiarazioni (omissis dell’aggettivo) rivolte ad esponenti ex Pci (lo stesso da cui ricorda di provenire lo stesso Bondi) oggi nel Pd, del tipo: “faccio appello alle radici comuni, ad un residuo di concezione seria della politica e di rispetto nei confronti degli avversari politici, quello cioe’ che ho imparato dalla scuola del Partito Comunista”.

Bondi deve sperare che Berlusconi non lo legga, altrimenti altro che mozione di sfiducia.

Intanto, però, per fortuna che Giro c’è! Il sottosegretario ai beni culturali, il vice di Bondi (mai nella storia si è trovata una coppia in perfetta sintonia di senso critico e capacità operative) ha tranquillizzato tutti ed ha confortato soprattutto il “suo” Bondi. “’Noi attendiamo fiduciosi che l’inchiesta faccia il suo corso – ha detto Francesco Maria Giro – non c’è nessuna nostra (in che senso? ndr) preoccupazione al riguardo, siamo soltanto convinti, anche alla luce di questa indagine in corso, di avere fatto bene a commissariare il sito archeologico”. Una gran bella dichiarazione, non c’è che dire. Vedremo il seguito…

Antonio Irlando

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