Uno scossone all’indirizzo del governo e dei suoi rappresentanti, sempre più assenti nel cercare di dare una concreta soluzione alla vertenza dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia. E’ quanto emerso dall’incontro sulle politiche industriali della cantieristica organizzato dal Dipartimento Economia e lavoro del PD nazionale che si è tenuto ieri presso la Camera dei Deputati. L’incontro (cui hanno preso parte parlamentari PD nazionali e regionali, rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria oltre ad una rappresentanza del gruppo consiliare PD stabiese formata dal capogruppo Toni Pannullo e da Salvatore Russo) è stato fortemente voluto dal coordinamento del PD cittadino, vicino sin dall’inizio alla lotta degli operai stabiesi, per coinvolgere anche i vertici del partito nazionale allo scopo di concordare iniziative concrete per incalzare le istituzioni su di uno scottante problema che non ammette più rinvii.
<Il governo italiano, che ha individuato il rilancio economico del Mezzogiorno come uno dei cinque punti da realizzare entro questa legislatura, perché non si pronuncia a chiare lettere sul futuro del nostro cantiere? – dichiara Nicola Cuomo, segretario cittadino Pd, protagonista di un intervento durante l’incontro di ieri – Eppure parliamo della seconda attività produttiva campana, dopo la Fiat di Pomigliano d’Arco, che dà lavoro a circa 2000 persone tra dipendenti Fincantieri (750) e dell’indotto (1250). La scomparsa del cantiere non solo farebbe cadere in prostazione le famiglie di 2000 operai ma cadrebbe come un macigno anche su tante altre piccole aziende del territorio perché di fatto si finirebbero per sottrarre ad esso circa 35 milioni di euro annuali, cioè 17.500 euro annui (reddito medio dei lavoratori) per 2000 (numero dipendenti del settore).
Il PD stabiese, con i parlamentari e i consiglieri eletti in Campania, ha chiesto fortemente quest’ incontro perché la questione del cantiere navale stabiese è questione nazionale ed anche il PD nazionale deve compiere le sue scelte di campo, e far comprendere ai governi nazionale e regionale la necessità non solo di superare l’emergenza della CIGS con nuove commesse ma soprattutto quella di avere risposte chiare sulla volontà di attribuire nuovamente al nostro cantiere un ruolo strategico nella cantieristica italiana con opportuni investimenti, a partire da quelli necessari alla costruzione del bacino>.
Sei i punti posti in evidenza, questioni su cui gli operai stabiesi si aspettano al più presto risposte concrete dal governo nazionale:
1) che il rilancio del cantiere di Castellammare di Stabia sia considerato una questione nazionale e ridiventi una delle eccellenze dell’industria italiana. Prima dei tavoli regionali deve decidere il governo italiano;
2) che eventualmente siano coinvolti in questa grande operazione industriale anche gruppi marittimi privati leader nel settore;
3) che il ministero dell’infrastrutture e la regione Campania firmino l’accordo sulla costruzione del bacino già sottoscritto a febbraio 2010 dalla Fincantieri, dal MISE e dal sindaco di Castellammare Vozza;
4) che la regione Campania e la Finacantieri diano attuazione allo studio di fattibilità del bacino di costruzione;
5) che siano riequilibrate le commesse tra i vari cantieri italiani;
6) che sia costituito un gruppo di monitoraggio costante sulla procedura di assegnazione dei due pattugliatori della marina militare al cantiere stabiese;
7) che siano adottate tutte le azioni politiche possibili per la rottamazione delle navi, per la costruzione delle carceri galleggianti e per sostegno all’imprenditoria marittima privata.
8) che siano salvaguardati i redditi dei lavoratori del settore, anche dell’indotto, attraverso le misure d’integrazione salariale nel caso di sospensione dal lavoro.