Naufragio a Gaeta: il mare ha restituito anche il corpo di Castaldi

Il mare aveva tolto, il mare ha restituito. Dopo oltre una settimana, ieri mattina è stato rinvenuto il corpo senza vita del terzo naufrago di Gaeta. Fulvio Castaldi, 40enne, skipper da 10 anni era originario di Castellammare e da qualche mese residente a Pompei: risultava ormai disperso dal 15 dicembre, giorno dell’affondamento dell’imbarcazione sulla quale viaggiava insieme allo zio Leone Mancuso, di 77 anni e della compagna Consiglia Iodice, 73 anni. Intorno alle 9:30 di ieri, il titolare dell’hotel “Maga Circe” di San Felice a Circeo (Latina), cittadina che dista circa 50 chilometri da Gaeta, ha dato l’allarme. Dopo essersi recato nel suo albergo, affacciandosi alla finestra ha visto un corpo galleggiante all’interno della darsena privata, un piccolo molo dove attraccano piccole imbarcazioni da diporto. All’arrivo dei carabinieri, della capitaneria di porto e dei vigili del fuoco, si è palesato quanto sospettato. Si trattava, infatti, della salma dell’ultimo disperso del naufragio di mercoledì scorso. Il corpo, martoriato da quasi dieci giorni trascorsi in balia delle acque, era senza vestiti. Sul braccio era rimasto solo un lembo della camicia che Castaldi indossava al momento della partenza da Castellammare. I vigili del fuoco hanno recuperato il corpo che il pm della procura di Latina ha fatto immediatamente trasferire presso l’obitorio dell’ospedale Santa Maria Goretti del capoluogo di provincia laziale. Nella sala mortuaria si sono recati i familiari del 40enne che hanno riconosciuto in quella salma il proprio congiunto. Il corpo di Castaldi sarà restituito nel pomeriggio di oggi alla famiglia, solo dopo l’autopsia che sarà effettuata proprio nell’obitorio dell’ospedale di Latina in mattinata. Probabilmente nel tardo pomeriggio di oggi, oppure a Santo Stefano, si celebreranno i funerali del 40enne, morto in mare per accompagnare lo zio e la compagna in barca in Toscana. I corpi di Mancuso e della Iodice furono ritrovati rispettivamente il giorno dopo e poche ore dopo l’affondamento dello yacht sportivo Gianetti 48 partito da Castellammare di Stabia e inabissatosi nelle acque del Golfo di Gaeta (provincia di Latina). L’ultimo contatto con il natante da diporto è avvenuto alle 9:36 di mercoledì scorso. Dopo l’SOS lanciato via telefono, la barca di 15 metri si è inabissata a 6 miglia a sud di punta Stendardo, nel golfo di Gaeta. L’imbarcazione era partita da Castellammare di Stabia alle prime luci dell’alba, intorno alle 6:30 secondo quanto raccontato da un testimone, ed era diretta al cantiere Gianetti di Marina di Pisa, in Toscana. La partenza è avvenuta da Porto Salvo, molo galleggiante nella zona dell’Acqua della Madonna. Dopo appena tre ore di navigazione, intorno alle 9:30, però, al 1530 è arrivata la richiesta di soccorsi: «Stiamo imbarcando acqua». Da Gaeta partì immediatamente la macchina dei soccorsi, coordinata dalla locale Capitaneria di Porto:  motovedette della Guardia costiera, dei vigili del fuoco e della Guardia di Finanza, e due elicotteri si misero alla ricerca dei dispersi, ricerche terminate dopo tre giorni intensi, il recupero di due corpi e il cambio di corrente.

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