«Tu chiamale se vuoi… emozioni!»: uno spettacolo molto particolare quello che verrà messo in scena dai pazienti dell’Unità Operativa Salute Mentale di Terzigno presso la «Casa Sole», situata presso la piazzetta S. Antonio. L’iniziativa, ideata da Michele Galilei, assistente sociale, Bernardo Franzese, dirigente medico, e Lucia Menzione, educatrice, rientra infatti nell’ambito della riabilitazione psichiatrica e si affianca alle tradizionali cure mediche nel tentativo di favorire «apertura di canali relazionali, ridefinizione degli spazi, del tempo e della quotidianità dei disabili psichici». Sul palco si avvicenderanno i pazienti del centro tra canzoni, brevi interpretazioni teatrali, poesie, macchiette comiche ed altre forme artistiche. «Quando si è iniziato – spiega Bernardo Franzese, che ha curato la direzione artistica della manifestazione – non si è partiti per fare uno spettacolo, ma per realizzare un lavoro di riabilitazione di pazienti psichiatrici da lungo tempo in cura, già in fase avanzata di guarigione. Altro obiettivo dell’evento è l’abbattimento dello «stigma», il pregiudizio nei confronti della malattia mentale. Vorrei citare alcuni versi di Kipling (per l’occasione tradotti e riadattati dallo stesso Franzese, ndr) che ritengo particolarmente significativi al riguardo e che reciterò durante lo spettacolo: Se riesci a non perdere la testa quando tutti / intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa (…) Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare (…) Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni (…) Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi / a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più / ed a resistere quando ormai in te non c’è più niente / tranne la tua volontà che ripete: “Resisti!”. (…) Se riesci a fare tutto questo / tua è la terra e tutto ciò che è in essa e quel che più conta sarai un uomo, figlio mio».
Antonio Averaimo
