Per gli inquirenti si tratta di una chiara intimidazione di stampo camorristico ed è stata aperta anche un’inchiesta da parte della Procura di Torre Annunziata. Ieri mattina, fuori al cancello del condominio in cui vive il sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio, sono stati rinvenuti 7 bossoli calibro 8mm a salve. La scoperta è avvenuta intorno alle 9 e le cartucce a salve sono state trovate per caso da un vicino di casa di Bobbio il quale ha immediatamente avvertito il primo cittadino stabiese. All’esterno del cancello condominiale di via Cupa Varano, in un palazzo della periferia di Gragnano, sono stati rinvenuti i bossoli, messaggio intimidatorio rivolto proprio a Bobbio. Sul posto, allertati dal sindaco, sono immediatamente giunti gli agenti del commissariato do polizia di Castellammare di Stabia, guidati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso. Si tratta di proiettili utilizzabili con una scacciacani o una Beretta, due pistole utilizzate spesso in rapine sul territorio stabiese proprio con proiettili a salve di questo tipo, anche se la camorra di Castellammare preferisce sparare con il calibro 9. I bossoli sono stati sequestrati e saranno analizzati dalla polizia scientifica, mentre i poliziotti hanno subito effettuato tutti i rilievi del caso per trovare tracce dell’esplosione di quei colpi. Inoltre, l’opera degli agenti di polizia si è concentrata sulla ricerca di possibili testimoni che abbiano potuto vedere qualcosa di sospetto durante la notte e, soprattutto, sull’acquisizione di immagini registrate da telecamere a circuito chiuso presenti in zona. Per gli inquirenti è probabile che quei bossoli siano stati portati lì nel cuore della notte. A far pensare che si tratti di un’intimidazione a Bobbio sono anche altri segnali che hanno preceduto il ritrovamento delle cartucce a salve.
Per Bobbio, però, non c’è alcun dubbio: «Evidentemente questa è una minaccia nei miei confronti ed è la conferma che stiamo lavorando bene. Con la nostra opera amministrativa – spiega il primo cittadino – stiamo toccando dei centri di interesse che qualcuno riteneva consolidati e che sicuramente non appartengono alle persone perbene. Stiamo lavorando con una certa intensità per il recupero di regole e legalità, e nel nostro agire stiamo incidendo su sacche di illegalità ben radicate». È camorra? «Questo non posso essere io a dirlo. I precedenti di Castellammare – aggiunge Bobbio – non sono tra i più tranquilli e in questi casi non è mai facile dire se ad agire è qualche “camorrista” o si tratta di “cani sciolti” che si muovono autonomamente o su indicazioni di altri. In ogni caso, se pensano che questo mi faccia preoccupare, non mi conoscono. Io non ho nessun dubbio e nessun ripensamento su quello che sto facendo e non faccio un passo indietro: ne ho viste di tutti i colori e non mi faccio intimorire da queste cose». Quando si verificano episodi del genere, è possibile per un sindaco chiedere l’ausilio di una scorta. «Ma io non sono abituato a chiederla per me. Negli ultimi mesi ho chiesto grande attenzione per la città di Castellammare affinché venga garantita sicurezza a tutti cittadini, anche con l’intervento fisso dell’esercito al fianco delle forze dell’ordine. Poi viviamo in paese civile: qualcuno delle Istituzioni potrebbe anche ritenere opportuno affidarmi ad una scorta, io – conclude Bobbio – di certo non lo chiedo».
Il ritrovamento di 7 cartucce a salve all’esterno del cancello di casa non è il primo episodio che vede protagonista, sua malgrado, il sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio. Nell’ultima settimana, il primo cittadino stabiese ha denunciato altri due episodi che, collegati con l’ultimo, possono arrivare alla costruzione di un vero e proprio disegno intimidatorio nei confronti di Bobbio. Per alcune notti, il sindaco ha ricevuto telefonate notturne mute sul telefono di casa, tutte terminate dopo alcuni secondi di silenzio, senza che nessuno parlasse. Le telefonate si sono ripetute per una settimana tutte le sere, e la cosa è stata regolarmente denunciata. Pochi giorni prima di Natale, poi, nella prima rampa di scale all’esterno del suo appartamento, Bobbio ha trovato un mazzo di fiori cimiteriale: crisantemi avvolti in una confezione da cimitero, altro episodio denunciato. Ma andando ancora indietro nel tempo, si arriva a qualche settimana fa. In occasione dei “fucaracchi” dell’Immacolata, vietati dell’amministrazione comunale, sono comparse scritte inneggianti alla camorra e contro Bobbio proprio nei pressi di Palazzo Farnese, su un vecchio manifesto elettorale che ritraeva il primo cittadino allora candidato sindaco per il centrodestra. «Le armi stanno arrivando» e «le bombe stanno arrivando» sono le scritte comparse su quel manifesto elettorale e che seguirono le minacce di morte rivolte alcune ore prima da due giovani all’assessore al turismo Antonio Coppola, al quale era stato detto che farà “la fine di Tommasino”, il consigliere comunale del Pd, ucciso dalla camorra il 3 febbraio 2009. Infine, il caso di giugno. Agostino P., un operaio cassintegrato Avis di 29 anni, inviò due email contenti minacce al sindaco Bobbio. L’uomo fu denunciato dalla polizia alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Poi, dopo le indagini supportate dal Compartimento di Polizia Postale Campania di Napoli, i poliziotti stabiesi effettuarono un controllo presso l’abitazione del giovane sottoponendo a sequestro il computer. In quell’occasione, il 29enne, dopo aver ammesso le sue colpe ed essersi preso una denuncia a piede libero, chiese scusa al sindaco per quanto aveva fatto. “Farai la fine di Tommasino se entro dicembre non porti soldi e lavoro a Castellammare” aveva scritto nella prima mail indirizzata a Bobbio, aggiungendo nella seconda “attento, farai la fine di Borsellino”, ricordando i trascorsi da magistrato dell’attuale sindaco di Castellammare.