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Istat, il disagio nelle relazioni lavorative

Il disagio conclamato nelle relazioni lavorative è una materia assai ampia, che non va confusa tuttavia con lo stress da lavoro. Il disagio nelle relazioni lavorative comprende:

– il comportamento vessatorio, il quale si riferisce alla percezione da parte delle persone di aver subito un comportamento con un inequivocabile intento persecutorio o discriminatorio, ripetuto nel tempo, con una frequenza superiore o uguale a più volte al mese, e di durata sufficientemente lunga (superiore almeno ai sei mesi). Vengono considerate vittime di queste azioni anche coloro che hanno subito azioni vessatorie con una frequenza giornaliera o plurisettimanale anche se per una durata inferiore ai sei mesi. L’autore dei comportamenti può essere sia un datore di lavoro che un collega o un sottoposto;

      – il demansionamento, il quale si verifica quando, ad esempio, la vittima è privata all’improvviso del personale che aveva sempre gestito e di ruoli per lei importanti, come quelli di gestione o di coordinamento di attività, quando viene spostata a fare cose non di sua competenza o, addirittura, privata di qualsiasi compito svolto in precedenza.

 Nella definizione di disagio nelle relazioni lavorative vengono quindi considerate cinque differenti dimensioni inerenti: a) gli attacchi alla libertà di espressione e alla comunicazione; b) gli attacchi alle relazioni sociali, incluso l’isolamento sistematico; c) gli attacchi alla situazione professionale; d) gli attacchi all’immagine sociale e alla reputazione; e) gli attacchi alla salute. (Leymann, Heinz, “The Content and Development of Mobbing at Work.” ) Nota ( ndt) In questa ricerca l’ ISTAT nei fatti si rifà alle definizioni usate per definire azioni di mobbing  

La rilevazione sul disagio nelle relazioni lavorative riguarda le persone con un’età compresa tra 15 e 70 anni, che lavorano al momento dell’intervista o che hanno lavorato in passato e che, nel corso della vita lavorativa, hanno avuto superiori o colleghi o hanno lavorato con persone di grado inferiore. Agli intervistati è stata somministrata una batteria di 16 domande sul comportamento vessatorio, che rileva il punto di vista della vittima rispetto al disagio relazionale nella propria esperienza lavorativa. Come riferimento temporale l’analisi considera distintamente l’intero arco della vita lavorativa, gli ultimi tre anni e gli ultimi 12 mesi.

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