Festoso. Ma estremamente elegante. Si aggiorna infatti il concetto di gioiello: non solo bijou più o meno prezioso da indossare con l’abito, ma l’abito stesso, arricchito da ricami sapienti o imprevedibili lustrini, conditi da tocchi silver e gold.
La “colpa” la si deve attribuire alle fantasie dell’inverno: a caccia 
di qualcosa in più della solita stampa, eccole puntare dritte dritte ai dettagli di pura luce. Ramage di strass, incastonature, sequin , ricami di cristalli e pietre preziose. Ed ecco che i tessuti lasciano campo libero ai preziosi abbellimenti. Rigorosamente tridimensionali. Geometrici nella disposizione sul capo. 
Simmetrici nel loro rincorrersi preciso e ordinato a intervalli costanti. Come nella collezione dello scorso inverno Miu Miu: abiti profondi V- neck dal sapore elegantemente borghese ricamati da cristalli, abbinati a calze a costine e chaussures spruzzate di paillettes dorate.
Oppure eccoli estensivi, fissati alla 
evening jacket o alla pochette da sera in un ricco allover. O ancora una 
collana imperiale agganciata a una party bag- gioiello immancabile-. Un bracciale spezzato in due che diventa una fibbia sulle ballerine o una fascia su un paio di décolletées- Casadei-. Pietre colorate che perdono il castone e si sistemano sui fianchi di una pochette. La joaillerie diventa un tutt’uno con l’abito. Mettendosi al servizio dei trend.
Ricordate però: con il tocco jewellery bisogna saperci fare. Il confronto diretto con l’abito gioiello non è infatti così immediato come verrebbe da pensare. Il rischio risulta l’esagerazione o la scelta di una mise strepitosa sulla carta ma effetto lampadario una volta indossata. Dunque, meglio scegliere un outfit 
essenziale. Oppure una clutch “ricoperta”, dall’animo versatile a tal punto da renderla un passepartout a “tracolla” all day long, perfetta con una mise casual- jeans e camicia ricamata dal sapore retrò-.
E poichè oggi più che mai, “less is more”, l’affidarsi a due soli punti luce intorno al collo garantirà, con ottimi risultati, il compito di brillare.
M.Chiara D’Apolito
