«Ci siamo attivati tempestivamente venire in contro alle difficoltà che i nostri concittadini. Purtroppo, il comune si Napoli per giorni è risultato completamente sordo alle segnalazioni e ai solleciti inoltrati». Così il sindaco di Volla, Salvatore Ricci che da tre giorni è in prima fila nell’affrontare i problemi determinati dal crollo parziale di una palazzina, a causa dell’esplosione incontrollata di fuochi artificiali illegali, vere e proprie bombe. Lo stabile dove per puro caso si è solo sfiorata la tragedia non è di proprietà del comune di Volla, come confermatoci dal primo cittadino Ricci, ma vi ricade come territorio pur essendo di proprietà del comune di Napoli: «…nonostante ciò – ha aggiunto Ricci – ci siamo impegnati nell’espletare tutte le procedure necessarie e inevitabili al posto del comune partenopeo.
Il nostro Ufficio Tecnico è stato solerte e la nostra attenzione è continua e puntuale. Testimoni di quanto affermo sono i cittadini vollesi che ho incontrato proprio questa mattina. Alla presenza della delegazione che mi ha raggiunto in comune ho ancora una volta chiamato Napoli, nella fattispecie il vicesindaco dr. Santangelo e i dirigenti dell’Ufficio Patrimonio. Finalmente stiamo ottenendo delle prime risposte, ma la nostra azione non si è comunque fermata. L’Ufficio Tecnico del comune di Volla ha, infatti, effettuato un ulteriore sopralluogo e proprio in queste ore è a lavoro per sviluppare un nuovo resoconto della situazione».
Il primo cittadino vollese ha ancora una volta sottolineato la totale estraneità del comune vesuviano relativamente alla manutenzione degli stabili teatro dell’incidente di fine anno. «L’impegno del comune è da anni rivolto verso chi ne detiene la proprietà con continue richieste di interventi».
Per quel che riguarda l’uso di fuochi artificiali illegali, il sindaco Ricci si è così espresso: «…del resto ci siamo attivati con una campagna di prevenzione contro i fuochi illegali, attività svolta attentamente con gli alunni delle scuole cittadine. Oggi, a malincuore, dobbiamo prendere atto che non basta educare i giovani, ma bisognerebbe cambiare determinati pericolosi comportamenti direttamente nella testa dei genitori».
Gennaro Cirillo