Torre Annunziata: intervista all’assessore Maria Elefante

Maria Elefante, docente di Lingua e Letteratura Latina, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha scritto Oplontis, Un tesoro nascosto, Aspettando Clio, Con Petronio e Apuleio per Oplonti e Pompei.  Già assessore alle politiche culturali e formative da ottobre 2008 a settembre 2009, dopo un periodo di stasi è stata richiamata in giunta dal Sindaco Giosuè Starita. Qui di séguito l’intervista esclusiva all’assessore Elefante per Il Gazzettino Vesuviano:

Nel contesto nazionale, la cultura oggi è considerata da molti politici come qualcosa di superfluo. Vanno ricordate, in questo senso, le parole di Tremonti: “la cultura non si mangia?” Perché, nel pieno della crisi economica, vale investire risorse in àmbito culturale?

La cultura, intesa come espressione del bello, in Italia ha dato e continua a dare lavoro. Molte città vivono esclusivamente di Turismo. Si pensi alle città d’arte, come Firenze o Venezia. Ma qui, in area vesuviana, al turista possiamo offrire molto di più: paesaggi mozzafiato, clima dolcissimo, si sposano con opere d’arte con la storia di millenni che ha lasciato il suo segno nelle case, nelle chiese, negli scavi archeologici. Insomma, veri musei a cielo aperto. Ovviamente questo tesoro che la natura e la storia hanno dato all’uomo vesuviano dovrebbe essere gestito sapientemente dagli operatori culturali ed economici.

Dove fallisce la politica? E perché i cittadini sentono i politici distanti e disinteressati dal concreto?

E qui fallisce la politica. Dagli anni lontani del dopoguerra, le nostre città sembrano tese a distruggere se stesse. Non ci sono progetti per valorizzare e proteggere ciò che abbiamo. Gli scavi vanno in rovina, il mare è inquinato, i paesaggi distrutti dall’edilizia selvaggia e, negli ultimi anni, dalle montagne di rifiuti solidi urbani. Torre Annunziata ha tutte le caratteristiche per essere una stazione balneare. Negli anni del dopoguerra lo è stato. Ora però, nel 2011, non si può vivere di rimpianti. L’epoca del romanticismo è passata da tempo. Ora ci sono le tecnologie avanzate. E dobbiamo saperle usare. Bisogna lavorare. Dare ai cittadini risposte concrete. Anche investendo nella cultura.

Quali sono, secondo lei, i punti strategici in cui l’attuale giunta deve assolutamente intervenire in tempi brevi?

I punti di forza sono proprio nei beni culturali. Bisogna dare ai giovani occasioni di lavoro in tempi brevi. E con la cultura si può. Attuare un progetto che da tempo è nel cassetto, intorno al quale hanno lavorato archeologici, storici, architetti ed operatori commerciali:  la creazione di un polo museale con annessi servizi nella zona archeologica estesa anche alla Fabbrica d’armi. Edifici bellissimi voluti da Carlo III di Borbone occupano un intero quartiere, la zona Polveriera, cuore del centro storico, abbandonato e degradato. Tutti questi edifici sono stati dismessi dal Ministero della Difesa. Il comune deve acquistarli e renderli funzionali alla valorizzazione degli scavi di Oplonti che confinano con la Fabbrica d’armi. Io sto lavorando a questo progetto già dal mio precedente incarico, e non ho mai smesso di farlo. Ho partner importanti. Torre Annunziata ce la può fare, per questo sono ritornata in giunta. La mia città deve volare alto, partendo proprio dalla zona che è precipitata nell’abisso del degrado.

Alla luce degli accadimenti di Pompei, in quale modo le istituzioni possono adoperarsi affinché non accada anche a Oplontis, o a Rovigliano, qualcosa d’irreparabile?

Occorre massima vigilanza. Intanto il comune può intervenire per quelle che sono le sue competenze. Noi abbiamo in progetto la ristrutturazione della strada della passeggiata archeologica, vandalizzata pochi mesi dopo l’inaugurazione.

Nello scorso mandato ha impegnato grandi energie per la promozione degli scavi archeologici sul piano turistico. Vale ricordare la miniguida degli scavi di Oplontis, tradotta anche in lingua inglese. Nei prossimi mesi ci saranno dei progetti analoghi per favorire il turismo a Torre Annunziata?

Quelle erano piccole cose. Ora spero di poter fare di più, lavorando in sinergia con gli altri membri della giunta. Guardi, io non sono una politica. Sono stata scelta per le mie competenze scientifiche in campo storico ed archeologico. Ho grande rispetto per i miei colleghi. Sono persone che, come me, vogliono il bene di questa città. E mi daranno una mano. Io farò altrettanto con loro. La differenza con il mio precedente mandato sta proprio in questo: non appartengo a nessun partito; ma sento tutti più vicino. So che nessuno mi ostacolerà. Siamo una squadra.

Come è possibile conciliare impegno civile e cultura in una città come Torre Annunziata che possiede un elevatissimo indice di disoccupazione?

Torre Annunziata è una città grande e molto eterogenea: ci sono vari livelli sociali. Ma anche i disoccupati amano la cultura e si aspettano grandi cose in questo campo. Lo sanno che con la cultura si può lavorare. Nel mio precedente mandato le più alte manifestazioni di stima le ho avuto proprio dalle persone socialmente più deboli. Hanno sperato molto in me. Ho promosso eventi epocali: l’anteprima di Fortapasc, il Dino de Laurentis Day, Le feriae Oplontinae. Si erano risvegliati l’orgoglio e il senso di appartenenza. Un paradosso: mi ha scritto persino un pregiudicato dal carcere, ringraziandomi di fare qualcosa per la sua città, per i suoi figli. La gente sa che la cultura arricchisce prima lo spirito e poi il corpo.

Alcuni politici della Lega Nord avevano proposto di portare nelle scuole l’insegnamento dei “dialetti regionali”, allo scopo di salvaguardare la cultura di ogni territorio. In una realtà linguistica complessa come quella italiana, in cui sarebbe già di per sé difficile definire quali possano essere gli strati e le varianti delle lingue di ogni singola regione, l’insegnamento dei dialetti sarebbe davvero una giusta soluzione per preservare la propria identità?

Il napoletano è una lingua molto ricca ed espressiva. Ma sarebbe assurdo riproporla come lingua scritta. Bossi deve avere avuto problemi con l’italiano a scuola. Parla meglio in Lumbard! La questione della lingua fu affrontata e risolta nell’800 con l’unità d’Italia. Vogliamo cancellare 150 anni di storia?

Tornando alla politica di Torre Annunziata, come considera lo stato attuale della maggioranza?

Intorno al Sindaco di Torre Annunziata c’è un gruppo coeso, interessato a governare nel migliore dei modi. A me interessa lavorare. E penso che ora c’è il clima giusto per farlo. Non credo alle “Cassandre”. Non parlano nell’interesse della città. Lamentano che il Sindaco è appoggiato da gruppi di destra. Ma perché dove è la sinistra? Io provengo dalla sinistra. Ma non mi riconosco più nei partiti che la rappresentano adesso. Tanto meno mi riconosco nella destra. Oggi è difficile distinguere tra destra e sinistra. Quanto però a quelli che criticano la giunta Starita, molti sputano nel piatto in cui hanno mangiato. È questo il peggiore difetto dei politici torresi.

Il governo Starita è realmente in condizione di governare?

Io credo di sì. Se non avessi questa ferma convinzione, non avrei accettato l’incarico.

Qual è il suo augurio per il futuro di questa città?

L’augurio è che possa rinascere, come ha fatto tante volte nella storia fin dal lontano 79 d. C., sempre più bella e ricca di risorse umane e culturali.

Gioacchino Iuzzino

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