Le parole del segretario del Pd Francesco Porcelli proferite nei giorni scorsi sembravano chiudere ogni porta per un rientro del sindaco Starita nel suo partito originario; ma non tutto è perduto.
Da mesi i contatti fra il governo e il Pd sono avvenuti soltanto attraverso mezzo stampa e attraverso manifesti di partito; in cui si ribadiscono i punti di rottura e le differenze tra le fazioni sempre più distinte. In questo senso, aveva spiegato Porcelli: “Non ci sono più presupposti per risanare questa frattura con la maggioranza di Starita. Ci prepariamo dunque a formare una valida alternativa politica, al governo dell’attuale sindaco”.
La giunta Starita, a detta del segretario Pd, ha tradito il voto dell’elettore essendo diventata ormai formalmente una maggioranza di centrodestra, e Porcelli aggiunge: “Il governo si è formato con i voti di partiti di destra come Noi Sud, il Popolo della Libertà, il gruppo Api e cinque ex componenti del Pd. Il paradosso consiste nel fatto che chi ha vinto tre anni fa oggi è all’opposizione e chi invece ha perso è alla maggioranza.”
Porcelli inquadra la situazione politica della maggioranza, affermando che la mescolanza di diversi colori di partito ha creato un irreparabile bloccaggio delle istituzioni. La giunta comunale, dunque, non riesce a procedere in nessuna direzione dato che: “non esiste un progetto che abbracci tutte le parti della maggioranza e qualunque proposta rischierebbe di separare il governo più che unirlo. E la cosa più grave consiste nel fatto che ciascuno si muove seguendo il proprio interesse personale. Per questo leggiamo sui giornali che ci sono state delle manovre oppure delle ordinanza atte solamente a compensare l’inefficienza amministrativa. Questo immobilismo amministrativo sta colpendo soltanto la città di Torre Annunziata.”
Il segretario Porcelli aveva individuato il legante che ha stimolato la formazione de L’Alternativa: il rilancio del paese, il rafforzamento dell’amministrazione pubblica, apertura a tutte le forze di centrosinistra. Al dettaglio Porcelli si era soffermato proprio sui punti in cui fallisce l’attuale politica torrese: “Noi lavoriamo per costruire un’alternativa a questa coalizione variopinta, certamente spostata al centrodestra. Noi siamo un’alternativa, anche perché puntiamo a ripristinare il decoro e la serietà dei partiti; inoltre vogliamo aprire a tutti quei cittadini responsabili che comprendono lo stato di degrado e le difficoltà della nostra città.- Quindi Porcelli aveva concluso: -Noi apriremo a quelle forze politiche di centro che sono in opposizione alle politiche berlusconiane e a tutte quelle parti della società torrese che vogliono essere ascoltate.”
D’altra parte, all’interno della maggioranza ci sono ancora politici che puntano al compromesso politico per poter continuare a governare. Il consigliere regionale Mario Casillo, comprendendo le difficoltà della giunta di Torre, auspica il ricongiungimento con il Pd; e spiega: “Credo che quello che sta accadendo, sia fuori che dentro il Pd, non sia una buona cosa. Vedere il Pd contro un membro del suo gruppo, il sindaco Starita, sembra incredibile. Tutto ciò è inaccettabile e sto operando affinché avvenga un risanamento tra le parti. C’è un vecchio detto, i panni sporchi si lavano in famiglia e credo che questa sarà una buona occasione per discutere attorno a un tavolo e magari trovare un’effettiva soluzione.”
Proprio nei giorni scorsi, presso la sede provinciale del Pd a Napoli, si è svolto l’interpartitico tanto annunciato da Casillo. La svolta però non c’è stata. La situazione di bloccaggio attuale della politica torrese sembra essersi palesata sotto nuove forme. Il segretario provinciale Tremante ha spiegato che se i partiti Pd, IdV, SEL, UDC e API assicureranno appieno il loro sostegno alla maggioranza di Torre, Starita dovrà lasciare fuori del governo il punto di rottura della sua coalizione: il partito Noi Sud. D’altro canto, Ciro Alfieri, non si è dimostrato disponibile a questa opzione ricordando l’affidabilità di Noi Sud, che in più di un caso ha dato appoggio a Starita, differenziandosi dagli alleati che avevano negato a Starita i numeri per governare già due anni fa.
Gioacchino Iuzzino