Somma Vesuviana: al Casamale in scena l’anima partenopea del presepe

Si è conclusa giovedì 6 gennaio  una manifestazione che chiamare presepe vivente risulta davvero riduttivo. Quella che i residenti dello splendido borgo del Casamale, rione dall’antica storia di Somma Vesuviana, hanno realizzato è un’opera d’arte a tutti gli effetti.

I pastori-figuranti, infatti, sono stati impegnati, nell’interpretazione di scene di alto valore drammaturgico con passi tratti da veri monumenti della letteratura napoletana quali “La Gatta Cenerentola”, del Maestro Roberto De Simone, e “La Cantata dei Pastori” di Andrea Perrucci.

L’entrata garantita a gruppi di 40 persone è stata pensata per permettere a tutti di assistere e soprattutto di farsi coinvolgere nei quadri  recitati fin dal primo ispirato al celebre Rosario della Gatta Cenerentola, molto apprezzato per lo stile tragi-comico che mescola il sacro alla ben più praticata arte dell’inciucio.

Le vie del borgo, uno dei pochi in Italia a conservare quasi intatte le mura medievali ma di ricostruzione aragonese, in pietra vesuviana, si prestano già normalmente alla fantasia dei passanti come quelle di un presepe permanente ma in queste due serate, che hanno visto illuminarsi i vicoli dalle sole torce, il tutto ha assunto un ambientazione magica

I percorsi si snodavano fin dentro i cortili privati degli abitanti del posto che per due sere hanno letteralmente aperto le porte ai visitatori rimasti tutti a bocca aperta, soprattutto chi non conosceva questo luogo così caratteristico, potendo ammirare anche torchi antichissimi e portoni lignei quasi tutti ancora dell’epoca.

Particolarmente intensa la scena della taberna andata in atto in uno di quegli scorci che ha reso unico il Casamale, in cui balconi si incontrano quasi naturalmente a formare piccole grotte rendendo intima la visione del banchetto allietato dalle musiche popolari campane e dall’emozionante brano “Quand nascett Ninn” di sola voce e chitarra.

Il percorso durato circa un’ora si è poi concluso nello spazio antistante la chiesa Collegiata, vero nucleo centrale del borgo e santuario anch’esso ricco di storia per la sua esistenza dal XV° secolo, dal celebre soffitto barocco di oro zecchino e ospitante tuttora la confraternita del Pio Laical Monte della Morte e della Pietà che ogni anno realizza l’altrettanto intensa celebrazione della Passione di Cristo nel periodo pasquale con l’impiego di figuranti incappucciati.

Sulla gradinata d’accesso ha avuto luogo un sorprendente episodio atipico per la natività classicamente  intesa. Al passaggio della Sacra famiglia si frappone, infatti, il diavolo pronto a scagliare il masso che blocchi l’Avvento Divino fino all’intervento dell’Arcangelo Gabriele che porta a conclusione il tormentato viaggio a Betlemme. Ed è proprio sull’altare della Collegiata che Maria, Giuseppe, i magi e i visitatori tutti hanno assistito alla celebrazione della nascita del Bambino cantato dal coro della polifonica locale e accompagnato dalla lettura del Vangelo di Luca.

Le lunghe file formatesi già prima dell’orario di apertura in Via Giudecca hanno potuto godere del calore di un falò e della distribuzione di bevande calde per un’organizzazione encomiabile dall’ospitalità alla bravura degli interpreti.

La manifestazione è giunta alla terza edizione ma andata in scena anche qualche anno fa ed interrotta per il grande sforzo che sottende una rappresentazione così particolare ed alta a livello artistico.  Fortunatamente per i visitatori è stato ripreso offrendo uno spettacolo unico che proprio per l’alta presenza di visitatori può confermarsi una scommessa vinta dagli organizzatori ovvero la gente comune di un borgo straordinario.

Stella Porricelli

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