Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola”, scrive all’Arcivescovo di Sorrento-Castellammare monsignor Felice Cece, all’Ufficio Beni Culturali della Curia di Castellammare, al Comune di Gragnano e alla Soprintendenza ai BB AA e Storici di Napoli e provincia, per descrivere stato di degrado in cui versano alcune proprietà della Curia che insistono sul territorio gragnanese, concentrandosi in particolare sul Castello medievale e sulla vicina chiesa dell’Assunta risalente alla stessa epoca. «Un muro medievale di 30 metri – scrive Di Massa – è stato abbattuto e mai ricostruito. Per questo penso che bisogna richiamare l’attenzione sulle emergenze relative a beni ecclesiastici esistenti a Gragnano. La frazione Castello versa in uno stato deprecabile di abbandono: i lavori della copertura della chiesa lasciati a metà; il muro di cinta del castello è stato abbattuto “per i lavori” per una trentina di metri e le pietre medioevali originali sono scomparse; una porta laterale è stata “rinforzata” demolendola e ricostruendola in materiali moderni; manomissioni sono state riscontrate sulla porta di accesso al borgo. Dov’è la Soprintendenza? E gli uffici tecnici comunali? Siamo sconvolti da quanto accaduto e chiediamo l’immediato intervento del Vescovo». Il castello medievale gragnanese risale all’XI secolo e, nonostante non abbia alcuna valenza religiosa, è di proprietà della Curia che ne aveva avviato un restyling, insieme ai lavori previsti per la chiesa dell’Assunta. I lavori, però, sono sospesi da un anno, l’enorme gru è ancora abbandonata davanti alla chiesa, mentre un altro pezzo del muro di cinta del castello è caduto negli anni ’60 e non è mai stato ricostruito. Visto che il castello medievale non è di alcun interesse religioso, Giuseppe Di Massa fa una proposta al vescovo di Sorrento-Castellammare: «Perché monsignor Cece non prende in considerazione la cessione del castello al comune di Gragnano, che provvederebbe poi alla sua manutenzione? In alternativa potrebbe cederlo al FAI. Si tratta di un edificio di enorme rilevanza storica per la città di Gragnano, segno del suo stretto legame con la Repubblica di Amalfi e dell’importante ruolo che la cittadina gragnanese rappresentava per gli amalfitani». Infatti, militarmente Gragnano “copriva” le spalle ad Amalfi da possibili incursioni dai monti Lattari che potessero minare la solidità della repubblica marinara. Il problema del castello si aggiunge ai tanti segnalati dal presidente del Centro di Cultura e Storia nella sua lettera di fine anno, nella quale aveva anche lanciato l’allarme sul museo della pasta, i cui fondi rischiano di scomparire se i lavori per la sua realizzazione non vengono ultimati in tempi brevi.