All’esordio nella Rassegna Teatrale città di Saviano la compagnia proveniente da Siano ( SA). Per conoscersi e per presentarsi sul palcoscenico savianese, diciamo, esponiamo brevemente un’ introduzione dello spettacolo e del vostro gruppo teatrale?
“Prima di tutto voglio ringraziarvi per questa opportunità che ci è stata data; mi rivolgo, ovviamente, agli organizzatori. La compagnia teatrale Stabile Sianese: ormai sono parecchi anni. Un esempio è nel campo della scuola, essendo la mia professione di Vicepreside. Orami da venti anni a questa parte, abbiamo lavorato molto spesso con altre scuole, dove abbiamo messo su degli spettacoli che interessavano, soprattutto, le ragazze di quarta e quinta perché argomento degli Esami di Stato : abbiamo presentato “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello e altri tipi di spettacolo che ben si confacevano con i programmi che le scuole svolgevano. Abbiamo partecipato a varie rassegne; noi per tre anni siamo stati ospiti del Teatro Giffoni Valle Piana, dove, devo dire, non lo dico con falsa modestia, abbiamo avuto un ottimo successo ; sono piaciute molto le nostre rappresentazioni. Questa sera presentiamo “Risate in libertà”. Come ho scritto, nelle note della regia che ho dato al pubblico, è un miscellanea di tre momenti: non li chiamo atti! Sono tre momenti. Il primo è tratto da un piccolo dialogo di Raffaele Viviani che presentò nel 35 e che poi non ha più rappresentato; vi ho lavorato sopra cercando di recuperare linguaggi e tradizioni che oramai stanno scomparendo. Abbiamo creato delle situazioni che, è chiaro viste con l’occhio del teatro sono amplificate, però non sono tanto lontane dalla realtà. Il secondo atto, “secondo momento”, è Miseria Bella, di Peppino De Filippo; l’ho abbiamo incastonato, in questi due momenti, perché si attaglia bene con il tema della fame della disperazione della morte: temi, in somma, cari al Neorealismo sul quale abbiamo contaminato per quel che potevamo fare, ma anche per rispetto all’autore, è rappresentato, così, quasi, come l’ho ha rappresento e scritto Peppino De Filippo. Il terzo è molto più forte sia nel linguaggio sia nel modo recitazione. L’amore di mamma è qui surreale tra la madre è un figlio particolare. È il recupero di certe tradizioni: le famose ninna nana, anche le bestemmie, il linguaggio molto forte che era molto vicino al popolo dei “vasci”, “( bassi di abitazione, ndr)”.
Il gruppo da quanti anni è costituito? Da quando questa bella avventura ….. il teatro è anche una bella avventura?
“È vero, indubbiamente! Abbiamo iniziato 15 anni fa, poi si sa bene …le compagnie cosiddette ” amatoriali “ devono purtroppo cambiare; c’è il cambio di qualche attore ed altro. Sono fortunato: questo gruppo sta lavorando da ben 10 anni, insieme. Si è creato un gruppo omogeneo con il quale si lavora con molta facilità”.
Non solo nel vostro paese! ma in quelli circostanti. Una vita dedicata al teatro oltre la sua attività di insegnante di inglese?
“Attualmente insegno. Già quando frequentavo l’Università è nato in me questo interesse per il mondo dello spettacolo, per il teatro. Allora, all’epoca che frequentavo, avevo un professore eccezionale; il prof, Ferrara: ogni anno presentavamo una commedia all’Orientale di Napoli; erano la maggior parte opere shakespeariane. Da allora scoppiò questa passione, sono andato sempre avanti”.
Siamo appena all’esordio, ma quale è una sua opinione su questa Rassegna, su questo teatro? “Ho rispetto massimo per le rassegne, credo siano le occasioni giuste per persone come noi che lavorano in silenzio di nascosto. Talvolta si celano veri e propri attori con la A maiuscola che però, ed è un peccato, restano nell’anonimato; questo è brutto!”.
Rimane comunque un’ arte molto bella anche con qualche inconveniente? “Noi in prima persona ci gratifichiamo, siamo gratificasti perché abbiamo questa possibilità, di recitare, di avere gente che ci vede e ci ascolta”.
Antonio Romano