“Volevamo essere Maradona” di Rosario Cuomo. Quando il mito del Pibe de oro accarezza i sogni di un ragazzo di provincia

Trentenne agerolese, studente di giurisprudenza – « in ritardo» come egli stesso lamenta, o in un “anticipo mascherato” – Rosario Cuomo è “prodotto giuridico”, “mente di legge” prestata inaspettatamente alla scrittura letteraria. Lo scorso 9 gennaio, presso l’Hotel Le Rocce, nell’ambito della rassegna “La sera del dì di festa. I salotti letterari della domenica”, si è tenuta ufficialmente a battesimo la sua prima opera: Volevamo essere Maradona. Evento realizzato in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Furore, le Cantine Marisa Cuomo, con l’intervento del giornalista Peppe Iannicelli, che introduce libro e autore.

Edito da Cento Autori – Collana leggere veloce 2010, (€ 3,00 per 43 pp.) – il racconto autobiografico di Rosario Cuomo, che ne sancisce l’esordio letterario – dopo un  lancio in via ufficiosa, ancora fresco di stampa, nell’estate scorsa – ha avuto, agli inizi di questo 2011, l’attesa e meritata presentazione ufficiale al pubblico.

Un piccolo – «breve ma intenso» come si suole dire – delizioso tuffo nel tempo di ieri, negli anni che ormai fanno parte della storia: quella più recente, che ha come sfondo gli anni d’oro del calcio; quei mitici anni ’80 che hanno segnato la rivalsa del Sud, l’atteso e meritato riscatto dal monopolio calcistico delle squadre del Nord. Quando il Napoli fa sognare i tifosi e Maradona fa sognare Napoli.

Anni, che nei racconti dei padri e di coloro che ne conservano piacevolmente la memoria, sono diventati mitici, perché la passione per la squadra del cuore, spesso, pare assume i connotati della rinascita collettiva e del desiderio di vita.

Quel tempo è rievocato dall’autore attraverso i ricordi della propria infanzia nell’entroterra agerolese: dalle interminabili partite di pallone nel piazzale della Chiesa, al desiderio di bambino – rimasto tale – di far parte della Scuola calcio Napoli, fino a quando, un giorno, la realtà “micro” di provincia viene sorprendentemente accarezzata dalla “realtà macro” del sogno e il “profumo del San Paolo” – in un attimo più vicino – sembra aver raggiunto Agerola.

Nel ‘700 l’umanista Saverio Bettinelli – in merito alle biblioteche del proprio tempo – riferiva: «Ignorerai quasi tutto che qui si contiene o vivrai tre secoli per leggerne la metà».

Il nesso «tanti libri pochi lettori» sembra essere il filo rosso comune che dalle epoche passate ci accompagna a quella presente. Le statistiche informano che ogni italiano, in un anno, spende più per andare al cinema che per acquistare libri. Dall’inflazione della carta stampata, al dominio della rete, quando tutto sembra essere a portata di un “click”, Volevamo essere Maradona di Cuomo potrebbe fare la differenza; sgomitare tra l’eccesso di offerta e guadagnarsi un posto nell’ “olimpo” dei libri non solo acquistati ma anche letti.

Complice la brevità del testo, il prezzo di acquisto modico, la suggestività del titolo o semplicemente la scorrevolezza e l’ironia della narrazione, il libro – ben scritto – si fa leggere con gusto immutato dalla prima sino all’ultima pagina e non solo dal lettore più “bulimico” ma anche da chi, alla vista di un libro, in genere, paventerebbe i sintomi dell’orticaria.

Floriana Medaglia

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