Non c’è intesa sulla proposta di riparto del fondo sanitario nazionale avanzata dal Governo alle Regioni. Nell’ultima riunione fra gli assessori regionali al ramo non si è raggiunto un accordo, anzi si profila un fronte compatto del «no». E non sono solo le Regioni meridionali ad alzare la voce. Tra i «delusi» anche Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna, sebbene per altri motivi. Tutto rinviato ora alla riunione dei tecnici di martedì prossimo, con la speranza di trovare una soluzione nella prossima commissione Salute di mercoledì. La Campania si fa portavoce della protesta della maggioranza delle Regioni, che giudicano lo schema proposto dal ministro Fazio insufficiente, tanto più che sulle risorse assegnate quest’anno si determineranno i costi standard con l’entrata in vigore del federalismo fiscale. Solo per la sanità campana i tagli ammonterebbero a 400 milioni, secondo il governatore. 70 euro pro-capite. Per Caldoro, il sistema di calcolo previsto nel riparto del fondo sanitario non può essere agganciato unicamente «all’indice di età» dei residenti in una regione, ma ad altri indicatori come quelli socio-economici, da tempo già utilizzati in Europa. Mano tesa al governatore da parte del Pd, che tramite il segretario regionale Enzo Amendola e il capogruppo al Consiglio regionale Giuseppe Russo fa sapere di esser disposto a portare avanti iniziative pubbliche anche col centrodestra per «far valere le ragioni della Campania».
Antonio Averaimo