Castellammare riscopre l’arte presepiale e la mantiene fino al giorno di San Catello

La tradizione popolare religiosa vuole che il presepe venga allestito per le festività natalizie e perduri fino all’Epifania (giorno in cui viene ricordato l’arrivo dei Magi al cospetto di Gesù Bambino), al termine della cui rappresentazione biblica, il presepe, viene poi dismesso e accantonato in attesa che l’anno a seguire il prodigioso evento, si rinnovi ed ispiri i mastri artigiani a nuove suggestive scenografie; una regola universale che non fa una grinza, ma che però a Castellammare, non è presa in considerazione, per l’innata devozione al suo Patrono, che rivendica un po’ di rispetto per il suo nome fa allungare in tal modo la magia presepiale della nascita di Nostro Signore. Di ciò ne è testimonianza un antico detto locale, che facendo il verso al rinomato proverbio: “L’Epifania tutte le feste porta via”, vi aggiunge con garbato dialetto: “…risponne Santu Catiello, ‘nce stongo ancora je ca so’ vicchiariello”, a palesare e a rimarcare in modo cortese e diretto, che la conclusione delle festività debba avvenire, il 19 gennaio, giorno in cui ricade la ricorrenza. Nel pieno rispetto del volere del suo Patrono, a Castellammare di Stabia, ogni anno, il Presepe Monumentale del duomo viene quindi esposto fino al giorno di San Catello. Un presepe settecentesco, unico nel suo genere, spiega don Ciro Esposito, parroco della Concattedrale, costituito da pastori alti dai 70 ai 140 cm, tutti verosimili ed espressivi, che nel 2000, grazie alla sponsorizzazione dello stabiese Giovanni Irollo (responsabile della Granarolo in Campania), ha ricevuto un delicato lavoro di restauro, operato dall’impresa Carlo Iacoletti di Napoli, sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, un restauro durato alcuni anni, che ha restituito alla cittadinanza i pastori nel loro antico splendore. Ma un tale patrimonio, continua don Ciro Esposito, merita senza alcun dubbio una ubicazione fissa, utile innanzitutto a salvaguardare i delicati manufatti dalle pericolose escursioni termiche, che minacciano ad ogni spostamento l’integrità delle opere e nel contempo a rendere questa straordinaria raccolta, un riferimento unico e duraturo. L’attento don Ciro, ritiene che con qualche lieve accorgimento, nella cappella di San Michele, si possa ricavare spazio sufficiente per poter ospitare, in pianta stabile, le scenografie presepiali più importanti, quali la natività ed i pastori di maggiore pregio. Un nucleo scenografico fisso, al quale, poi, esclusivamente nel periodo natalizio, si potrebbero aggiungere i rimanenti pastori, così da limitare i rischi ed operare allo stesso tempo il completamento espositivo della monumentale opera. Una idea, semplice e brillante quella del parroco della Concattedrale, che sembra abbia trovato anche i consensi degli intenditori e dei mastri presepisti, quali il sig. Mario Vanacore che da anni dirige con cura paterna l’allestimento dei pastori del duomo e di Massimiliano Greco, figlio del compianto Antonio, che negli anni ‘50 ebbe il gravoso compito ed il merito di curare il primo restauro dei pastori, la cui esposizione negli anni a seguire, rese celebre ed incentivò, l’artigianato presepiale nella “Città delle Acque”. Massimiliano, figlio d’arte, conferma che i pastori monumentali del duomo, avendo l’anima in fil di ferro e canapa, sono di una delicatezza unica e per tal motivo necessitano con urgenza di una dimora fissa, e volgendo un plauso a don Ciro per la sua idea/proposta, racconta come negli anni addietro, i pastori, essendo l’attrattiva natalizia principale, hanno avuto un ruolo importante anche nel sociale, perché riuscivano a coinvolgere l’intera cittadinanza e le maestranze operose di privati, del Cantiere Navale e della Corderia di Castellammare, che ben volentieri prestavano manodopera con i propri operai di esperienza. Per dare una degna continuazione all’opera meritoria di suo padre, quest’anno Massimiliano, si è reso co-protagonista di una pregevole iniziativa presepiale, inserita nel cartellone eventi natalizi della locale Pro Natura e dell’A.C.S.T. di Castellammare, organizzando con: Marisa Greco, Antonio Sbacchi, Franco Liguori, Antonio De Martino, Luigi Vanni e Lello Napoli, la “1° Mostra di Arte Presepiale”, una manifestazione ideata, progettata e realizzata in economia (e con l’indispensabile aiuto del sig. Vincenzo Cavallaro), che ha messo in mostra le opere di ben 26 espositori locali ed ha raccolto consensi, e un totale di circa 4.500 visite. Un gruppo quello nostro, spiega Massimiliano, che ben presto si riunirà in Associazione, perché crede fermamente nella rinascita artistica e culturale della nostra città e si prefigge come obiettivo la costruzione di qualcosa di bello e pulito, utile a Castellammare e alla cittadinanza. Nella fattispecie crediamo in un progetto che possa: promuovere la realizzazione dei presepi e l’istituzione di concorsi a tema (come avveniva negli anni passati); realizzare progetti didattici con le scuole; incrementare e diffondere il presepe creando tra i tanti appassionati, collaborazione e scambi culturali; creare un percorso culturale/artistico con visita ai presepi delle varie chiese della città (un po’ come avviene nella vicina fascia costiera), partendo da quello della nostra Concattedrale, unico e di importanza straordinaria; promuovere lo sviluppo turistico, culturale, ambientale, sociale, storico ed artistico del territorio, mediante itinerari turistico – didattici di gruppi scolastici, turisti ecc.; portare a conoscenza con la ricerca storico/documentale, l’attività svolta dai presepisti stabiesi, passati e presenti, tramite un archivio informatico accessibile a tutti ed infine realizzare, come giusto che sia, un museo permanente del presepe. Insomma, conclude Massimiliano Greco, un progetto ambizioso ed un impegno notevole che sarà assunto ben volentieri, perché riteniamo di avere dalla nostra le competenze, le conoscenze della materia, ma soprattutto l’amore e un grande entusiasmo per questa nobile arte.   Maurizio Cuomo

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