“Tuteliamo l’immagine storico-culturale di Ercolano nel mondo”. Chiara e sintetica l’affermazione di Aniello De Rosa, esponente del Popolo della Libertà, in relazione alla necessità di imprimere una svolta decisiva all’immobilismo che per anni ha scandito i ritmi di un contesto sociale dai natali celeberrimi. Culla della Campania Felix la cittadina vesuviana vanta tradizioni e costumi assolutamente da rivisitare e trasmettere alle generazioni future: “E’ nostro dovere – ha dichiarato De Rosa, noto camice bianco ed esponente di spicco del PdL – tutelare un immenso patrimonio storico il cui background affonda le radici nel più puro spirito classico. Non si può restare indifferenti a duemila anni di storia ampiamente documentati nei reperti archeologici e nei documenti che testimonaino inequivocabilmente il ruolo principale del nostro paese nel complesso mosaico della civiltà latina. La vulcanicità dei luoghi unita ad un fascino unico che caratterizza l’intero perimetro geografico in oggetto ha da sempre elevato Ercolano al rango di città attiva, ovvero protagonista diretta della vita commerciale, sociale e culturale delle polis mediterranee. Ben lungi dall’alimentare inutili polemiche o attacchi ad personam mi limito semplicemente a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di monitorare con maggiore attenzione una risorsa che tutto il mondo ci invidia in nome di un processo evolutivo che non può prescindere dalla conoscenza e dalla tutela dell’elemento storico nostrano. Sono certo che la classe politica indigena si rivelerà all’altezza del delicato compito che la vede quale baluardo istituzionale in difesa di un “vissuto millenario” che oggi più che mai siamo chiamati a proiettare nell’immagine positiva e produttiva di una Ercolano moderna e inserita a pieno titolo nel jet set europeo”. Personaggio noto e stimato in paese De Rosa ha da sempre fatto proprie le sacro sante rivendicazioni di chi, fiero di essere ercolanese, si batte perché emerga la vera matrice di un contesto urbano troppe volte in passato etichettato come “perimetro a rischio” o “provincia degradata” a sud di Napoli. Lo stesso Presidente Giorgio Napolitano in una delle ultime visite ufficiali nella fascia vesuviana aveva esortato le amministrazioni comunali a ritrovare mordente e spirito di cooperazione al fine di far risplendere e pubblicizzare un patrimonio che è fiore all’occhiello del nostro Paese e che ha scritto all’interno dello stesso pagine di storia a caratteri indelebili nel processo costitutivo che ha portato progressivamente all’unità d’Italia. Unità da difendere, come sottolineato dallo stesso Napolitano, anche attraverso la riscoperta delle tradizioni e dei costumi che nell’insieme ne hanno caratterizzato la nascita.
Alfonso Maria Liguori