Con un fatturato di circa 310 milioni di euro l’anno, le sue tremila aziende, gli oltre 30mila addetti e i circa duemila ettari di terreno impegnati, il settore ortofrutticolo e florovivaistico rappresenta il 12 per cento della produzione agricola della Campania. La quota delle coltivazioni che si svolgono sotto serra sono pari all’85 per cento a livello regionale e di quasi del 95 per cento nell’area vesuviana.
E’ quanto emerso dall’intervento del consigliere regionale del Pd, Antonio Marciano, relatore della legge regionale numero 13 del 22 novembre 2010, sugli impianti serricoli, ospite ieri sera al convegno organizzato da Emilio Ferrara, responsabile della Federazione Nazionale Agricoltura di Unimpresa.
Davanti ad una platea di amministratori pubblici, imprenditori e rappresentanti dei vari ordini professionali, riuniti presso l’istituto tecnico agrario Giustino Fortunato di Eboli, nel salernitano, sono state sottolineate le principali caratteristiche della normativa, che sancisce la possibilità di regolarizzare gli impianti serricoli esistenti alla data del 25 novembre 2010, giorno successivo alla pubblicazione della legge stessa sul Burc.
Una iniziativa che ha costituito l’occasione per Unimpresa per lanciare un appello, in qualità di organizzazione nazionale di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese, per un maggiore impegno di tutti gli attori del comparto agricolo campano, nella sua valorizzazione.
“L’agricoltura movimenta una fetta importante dell’economia di questa regione, che esporta ovunque produzioni di eccellenza – ha spiegato Paolo Longobardi, presidente nazionale di Unimpresa – Dai dati emerge che circa il 40 per cento degli imprenditori agricoli campani ha meno di 40 anni. E in un momento in cui, dati Bankitalia, le stime occupazionali continuano la loro discesa, la giovane imprenditoria è una grandissima risorsa che deve essere aiutata con l’impegno di tutti, istituzioni, organizzazioni di categoria e ordini professionali”.
La Campania esprime infatti potenziale e numeri importanti. Basti pensare, come sottolinea un documento di Unimpresa, che nel settore florovivaistico, è la seconda regione in Italia, dopo la Liguria e detiene il 31 per cento delle tipicità. Ancora, la coltivazione del tabacco impegna 5.700 aziende, per un fatturato di 115mila euro l’anno: quasi il 50 per cento della produzione nazionale.
“Quella approvata è una legge che spinge proprio in direzione dello sviluppo – è intervenuto il consigliere Marciano – In primo luogo non comporta alcun aggravio finanziario a carico del bilancio regionale. Inoltre mette nelle condizioni le imprese dei comparti tabacchicolo, ortofrutticolo e florovivaistico di regolarizzare gli impianti serricoli esistenti, e dunque di potere svolgere legittimamente le proprie attività di coltivazione, in condizioni di lavoro sicure e di potere accedere alle misure di aiuto pubblico previste dal Psr Campania. Senza contare che l’innovazione e l’ammodernamento agricolo sono fattori in grado di contrastare la concorrenza di Sud America e Nord Africa. E di aiutare tanti giovani a restare qui e avviare nella loro regione nuove attività”.
All’incontro, moderato da Laura Maria Cestaro, dirigente dell’istituto tecnico agrario sono intervenuti, tra gli altri, il presidente regionale dei consorzi di bonifica, Vito Busillo, il presidente di Unimpresa Salerno, Demetrio Cuzzola e i presidenti degli ordini degli architetti, ingegneri, periti industriali, agrotecnici, periti agrari, agronomi e dottori forestali e geometri della provincia di Salerno.