Poggiomarino, omicidio Karya: le indagini puntano su un amico della vittima

È stata una donna che viaggiava su un treno in corsa sulla tratta Napoli-Sarno della Circumvesuviana ad avvertire  le forze dell’ordine. “Correte, c’è tanto sangue!”, l’allarme della pendolare che aveva visto accanto ai binari il cadavere di Ahmed Karya, 30enne marocchino residente a Scafati. Chi lo ha ucciso gli ha tagliato la gola, oltre a ferirlo in diverse altre parti del corpo. Poi pare che abbia tentato di bruciarlo. Accanto al suo corpo senza vita i carabinieri hanno trovato un materassino al quale era stato appiccato il fuoco. Questi i pochi elementi in mano ai militari diretti dal maresciallo Andrea Manzo, che indagano sull’omicidio. L’uomo è stato identificato grazie al documento trovato nella tasca posteriore dei pantaloni. Risulta residente a Scafati, in via Poggiomarino 155, ma alcuni cittadini che vivono a Flocco, popolosa frazione di Poggiomarino, raccontano di averlo visto spesso in giro da quelle parti, assieme a suoi connazionali. Il luogo dove è stato trovato è un punto di ritrovo per gli stranieri del posto: ancora ieri vi erano bottiglie vuote di birra e liquori e tracce di alimenti. La zona viene usata come rifugio dai maghrebini ma anche dagli emigrati dell’Europa dell’Est. Gli inquirenti sono ora chiamati a capire se la vittima è stata sgozzata proprio nei pressi dei binari della Circum oppure se vi è stata trasportata in un secondo momento. Certo è che chi lo ha ucciso ha tentato di disfarsi del suo corpo dandogli fuoco: probabilmente lo ha adagiato sul materassino e poi ha provato a bruciare tutto, ma le fiamme hanno avvolto il giaciglio e non il corpo dell’uomo. Le indagini si concentrano sulla comunità di extracomunitari che frequenta Poggiomarino e in particolare la frazione Flocco. I carabinieri, in particolare, starebbero cercando un amico di Ahmed, l’ultimo ad averlo visto prima dell’omicidio.

Antonio Averaimo

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