Un gruppo di giovani-adulti nel finire degli anni ’80 (Peppe, Ciccio, Arturo, Michele, Elisa e Pina, giusto per citare qualche nome), concordi nel riprendere un’antica tradizione, dopo due anni di “sperimentazione” in una stradina a fondo cieco, organizzarono presso la piazzetta della Chiesa M. SS. Immacolata della zona periferica di Ponte di Ferro un enorme falò. E fu il parroco don Raffaele Di Monda a tenere un breve discorso sul significato del fuoco e a benedire i presenti. Una serata per stare insieme, con carne alla brace, bevande e dolci, accompagnati da musica e danza. Molti ricordano che da allora in tutto il paese è tornata la “notte dei falò”. E ieri sera, in paese, i falò erano tanti, in piazze e luoghi privati. L’associazione S. Ciro Onlus ne ha tenuto uno nella zona nota anticamente come “giù al pozzo”, in un luogo pubblico attrezzato che affaccia su piazza S. Ciro. Un modo per continuare a tenere viva la tradizione e dare un senso di organizzazione e partecipazione popolare all’evento. Nel corso del falò di ieri sera tantissima gente. E tanta altra era agli altri falò, come quello tenuto nell’ampio parcheggio privato di via Piccioli. La presenza degli amministratori, tra cui il sindaco, Carmine Esposito, presso i falò “pubblici” ha testimoniato il favore con il quale il governo Esposito guarda alle iniziative delle associazioni, che hanno la volontà di lavorare a far crescere il senso di comunità.
Quasi fosse la festa più attesa dell’anno, quella di ieri è stata veramente la notte dei falò. In tutto il paese è stato rinnovato il rito antichissimo, con decine di punti di ritrovo, leccornie, musica e canti. L’inizio dell’anno contadino, che tradizionalmente cadeva il 17 gennaio, data in cui si accendevano fuochi con la legna derivante dalla potatura come rito purificatore e la cenere ottenuta veniva utilizzata come concime per la nuova produzione, ha visto ieri il ritorno di una magia che viene da lontano, che affascina e ha stupito molti nuovi spettatori per una festa ritrovata. E’ stata dappertutto una notte di tradizione e sapori, di enogastronomia e di musica, con una presenza di migliaia di persone soprattutto in via Piccioli. “Quest’anno il falò – affermano alcuni cittadini– ha avuto il sapore della terra, con note antiche delle tradizioni e sapori contadini, con lo spettacolare scoppio dei fuochi d’artificio a ritmo di musica, una novità molto gradita”. Segno d’inizio di una notte da ricordare è stata l’accensione dei fuochi, salutata da applausi. Poi canti tradizionali della cultura popolare vesuviana e melodie d’amore hanno rimandato le menti ai tempi in cui si cantava nei campi e si facevano serenate.