Regione: addio alla zona rossa

Anno 2003: si metteva finalmente la parola fine alla speculazione edilizia operante incessantemente sotto al Vesuvio. Anno 2010: un emendamento alla legge regionale del 2003 approvato in consiglio regionale consentirà interventi di ristrutturazione edilizia “anche mediante demolizione e ricostruzione in altro sito”. In poche parole, alle pendici del vulcano, in piena zona rossa, si potrà di nuovo edificare. L’articolo 5 della L.R. 10 dicembre 2003 n. 21, al comma 1 sancisce il divieto di “rilascio di titoli edilizi” che consentano “la realizzazione di interventi finalizzati all’incremento dell’edilizia residenziale” nella zona a rischio. Per l’area interessata esiste un piano d’emergenza nazionale che prevede il trasferimento in luoghi sicuri di tutti gli abitanti (più di 550 mila persone) dei 18 comuni interessati dal rischio. Esiste anche un osservatorio vesuviano con sistema di monitoraggio permanente. Legambiente stima in circa 50 mila le abitazioni abusive, e ha espresso forti riserve sul piano di evacuazione. Si è tentato con scarso successo di convincere gli abitanti della zona a trasferirsi altrove, con un bonus di 30 mila euro per le famiglie che avessero abbandonato la zona rossa.
Nella legge regionale n.1 del 5 gennaio 2011 spicca un emendamento del Pdl., col quale si modifica il comma 2 art. 5 della legge del 2003. Quello che stabilisce le eccezioni ai divieti: in zona rossa era possibile effettuare interventi “di adeguamenti funzionali o di natura igienico-sanitaria relativi a immobili esistenti”. Adesso, sono concessi “gli interventi di ristrutturazione edilizia, anche mediante demolizione e ricostruzione in altro sito, in coerenza con le previsioni urbanistiche vigenti, a condizione che almeno il cinquanta per cento della volumetria originaria dell’immobile sia destinata ad uso diverso dalla residenza”. Ora si attende un regolamento attuativo che risolva tutte le ambiguità sulla terra sotto al vulcano.
                                                                                                                                                AntAve

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