La moda e l’arte hanno molto in comune, e adesso lo dichiarano a viva voce le forme create dai tessuti. Infatti, così come la scorsa primavera le stampre omaggiavano i veri generi della pittura, così quest’inverno le silhouette diventano veri e propri esercizi di scultura. I volumi vengono drasticamente reinventati secondo uno stile che avvolge, circonda e decora la figura, velandone le linee reali e portando la moda a un livello concettuale. Pronta a mettere in gioco la definizione stessa dell’abito e della sua funzione. Ridefinendo la figura, dandole un’inedita volumetria. Facendo diventare il corpo campo di nuova sperimentazione. Tutta questione di struttura. E (soprattutto) di creatvità.
Piegare il tessuto come un origami giapponese e gonfiare una gonna come fosse un vero balloon. Amplificare un dettaglio e nascondere le spalle e il collo e far fluire la materia come un fiume in piena. Tutto è concesso nella ricerca di una progettualità senza limiti, tanto al pensiero quanto all’azione.
Lo sa bene la designer svedese Sandra Backlund. Laureata al Beckmans College di Stoccoloma, studi di arte, storia dell’arte, artigianato e tessile che le hanno permesso di tradurre consciamente in moda la parola arte. Sculture di lana dove il filo parte dal nulla, si intreccia su stesso e arriva a costruire volumi e forme che racchiudono il corpo. Avviluppandolo in armature la cui dolcezza tattile tradisce un aspetto altrimenti impenetrabile.
In un gioco di opposti intrigante.
Punto di partenza: il corpo umano. Da lì inizia la creazione e lo sviluppo di un’idea tradotta in forma, plasmata come un collage al quale si aggiunge, moltiplica e sovrappone. Nessun progetto , ma pura idealizzazione . Le sue “opere” sono sature di tridimensionalità, unita a mio avviso ad un ampio aspetto dinamico ( mi viene da paragonarle alle opere di Boccioni).
Materiale privilegiato: la lana che permette alla creatività la massima libertà, lavorata in Italia con un team di esperti. Ed ecco dunque questi capi unici, fatti a mano dove trecce e colli vengono enfatizzati, diventando parte dominante del capo.
Capi che sorprendono e rapiscono, spingendo a capire quale idea vi sia dietro celata. Strati sovrapposti come le esperienze dell’animo umano, le epoche delle città, le tante età della natura. Plasmati e modellati come fossero piccole e preziose sculture. Difficile trovare la risposta..Basterà lasciarsi andare ad una immaginazione assolutamente visionaria..Per cogliere in questi capi le forme aspre, complesse e docili allo stesso tempo, delle terre nordiche…Complesse e docili… come le opere di questa designer.
M.Chiara D’Apolito