Si torna a tremare ad Ercolano. Dopo l’ultimo agguato di camorra costato la vita ad Antonio Maiorano la città è ripiombata nel terrore di nuovi e sanguinosi regolamenti di conti tra bande rivali. A monte di quella che ormai appare sempre più vera e propria faida l’omicidio eccellente anni addietro di Mario Ascione, fratello del boss defunto in carcere per cause naturali Raffaele, da sempre capo indiscusso della mala ercolanese. Colpiti da arresti eccellenti e sequestri gli Ascione stavano perdendo terreno e consistenza: ed è in seguito a questo stallo operativo che la fazione rivale dei Birra capeggiata dal ras Giovanni e dai fratelli Giacomo e Stefano Zeno avrebbe tentato di prendere il sopravvento ed accaparrarsi il controllo degli affari illeciti in città. L’operazione sembrava quasi riuscita sino all’omicidio di Antonio Papale, colpito in prossimità di vico Moscardino ad Ercolano. Il sito compreso nel perimetro esterno della zona archeologica è da sempre roccaforte della famiglia Papale: rispettata, temuta e per anni “neutrale” alle guerre intestine tra bande il ceppo di origine catanese sarebbe in seguito alla morte del congiunto Antonio sceso a pieno titolo sul campo invertendo l’equilibrio che sembrava ormai imposto a suon di attentati e morti ammazzati dai Birra sul campo. Proprio la questione di “sangue” a monte della faida attualmente in atto nella cittadina vesuviana complicherebbe e non poco il lavoro degli inquirenti sempre in allerta dal riemergere sotto la cenere dei vecchi capi di ostilità fomentate con in efferata violenza dalle nuove leve. Negli ambienti di mala chi “sgarra” paga: in nome di questa cinica ed impietosa logica Ercolano vive nel terrore continuo di avvenimenti delittuosi che potrebbero pericolosamente costare la vita ad onesti cittadini rei solo di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato. Perché ad Ercolano si è sempre sparato a qualsiasi ora del giorno e tra la gente incuranti dell’incolumità di chi non ha nulla a che fare con la malavita: ora la penuria di mezzi in cui si sarebbero venuti a trovare i clan unita alla necessità di arruolare nuova manovalanza potrebbe spingere qualche giovane ma già spietato “rampollo” a tentare il colpo grosso e prendere la regia degli affari sporchi in paese. Proprio l’omicidio di Antonio Maiorano, fratello di Pasquale a sua volta ucciso anni addietro all’altezza del casello autostradale di Ercolano, potrebbe rafforzare questa ipotesi. Le Forze di Polizia presidiano ormai ininterrottamente la città : grazie anche all’azione dell’Associazione antiracket presente sul territorio l’opera degli investigatori ha dato risultati eccellenti assicurando alla Giustizia pericolosi criminali. Si attende ora di conoscere l’esito delle dichiarazioni delle “gole profonde” della mala ercolanese, ovvero dei pentiti “eccellenti”: e questioni da “chiarire” legate ad eventi criminali ad Ercolano non mancano…chi sa che a questo punto non manchino anche clamorosi “colpi di scena”.
Alfonso Maria Liguori