Quattro vittime del virus H1N1 in Campania, venti in totale su tutto il territorio nazionale e l’Istituto Superiore della Sanità che parla di “rischio sottovalutato” quest’anno a causa dell’allarmismo dilagante ad opera dei media nel 2009/2010. Così, mentre in Italia l’influenza viaggia verso il suo picco stagionale, in Campania si sono registrati gli ultimi decessi: un 55enne all’ospedale “Cotugno” di Napoli e un 37enne al “San Leonardo” di Castellammare. Ma negli ospedali campani sono decine i casi tenuti sotto osservazione. Poche vaccinazioni, insomma, ed ecco l’allarme della rete di sorveglianza europea: l’Italia ha un’intensità media di contagi, ma un trend in crescita. I centri della Campania si stanno preparando a ricevere altri pazienti e i primari tengono a freno l’allarmismo. Così com’è accaduto nelle scorse ore a Castellammare, con il primario del reparto di rianimazione Aniello De Nicola: “L’allarme è giustificato solo se ci si accorge che una volta contratta l’influenza, con i sintomi usuali di tosse e febbre alta, passati due giorni, si peggiora, soprattutto con una insufficienza respiratoria che si va aggravando. La cosa migliore se si è influenzati è stare a casa, non affaticarsi, e per diminuire la probabilità di ammalarsi è sufficiente lavarsi spesso le mani. Le cause dei molti casi registrati quest’anno in Italia – ha continuato De Nicola – potrebbero essere riconducibili sia ad un abbassamento della soglia di guardia che a un mutamento del virus, che potrebbe essersi rafforzato”. Un centro all’avanguardia, quello stabiese, che non è riuscito però a salvare il paziente affetto da influenza A che si trovava già in coma e in condizioni disperate al momento dell’arrivo. “Il nostro reparto – ha spiegato De Nicola – si è dimostrato all’altezza della situazione grazie alle professionalità e alle strutture all’avanguardia che abbiamo a disposizione. Si tratta di macchinari ricevuti dall’Asl dietro nostra insistenza. Per questo non escludiamo e siamo pronti, anzi, all’arrivo di nuovi pazienti che hanno contratto il virus H1N1”. In rianimazione il 37enne è stato monitorato nei giorni scorsi con una particolare macchina a ventilazione polmonare a disposizione del centro di rianimazione stabiese. La macchina, in pratica, “detossifica” il sangue dall’anidride carbonica seguendo le onde celebrali, permettendo in questo modo la respirazione artificiale del paziente. Il “decapneizzatore” è capace di eliminare dal sangue, mediante la circolazione extra-corporea, tutta l’anidride carbonica che il polmone danneggiato non riesce più a smaltire. Si tratta di un respiratore artificiale, come hanno spiegato i membri dell’equipe di De Nicola, “unico” nel sud Italia: il computer, infatti, «legge» l’attività nervosa del paziente in coma e “capisce” quando vuole respirare e lo aiuta in maniera fisiologica e coerente.
Francesco Ferrigno