Angri, convegno-presentazione opuscolo e cd-rom su “Archeologia e arte del comprensorio angrese” dell’Associazione “PanacéA”

Un opuscolo ed un cd-rom su “Archeologia e arte del comprensorio angrese”. A realizzarlo, l’Associazione “PanacéA”, che da anni si occupa della salvaguardia dei beni artistici e culturali del territorio. Il duplice lavoro è il resoconto di un’interessante iniziativa realizzata a maggio scorso dall’Associazione “PanacéA” con la fattiva collaborazione de “I Cavalieri del Giglio” e dell’I.T.C. “Giustino Fortunato”: una tre giorni di convegni e dibattiti sul patrimonio artistico in dote al Comune di Angri, da quello archeologico a quello trafugato.

L’opuscolo (con relativo cd-rom), il sesto dato alle stampe dall’associazione angrese, sarà presentato domenica 30 gennaio 2011 alle ore 18, presso la sala-teatro della Confraternita Santa Caterina, sita in piazza Don Enrico Smaldone ad Angri.

Nell’occasione sarà inoltre illustrato il sito web www.panaceart.it

Nell’opuscolo è possibile leggere, dopo l’introduzione del presidente dell’associazione l’artista Gianni Rossi, gli interventi del prof. Pasquale Pannone dell’Itc sul progetto “Fotofamilia”, dei soci dell’associazione Stefano Vanacore e Giancarlo Forino, e gli atti della tre giorni di convegni con le interessanti e dettagliate relazioni del Maggiore Massimo Rossi, Comandante del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza, sulla “Qualità dell’azione di contrasto nelle aree ad emergenza clandestina”, del Tenente Carmine Elefante, Comandante del Nucleo dell’Arma dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, su “Origini, articolazione territoriale, compiti”, e del dr. Antonimo Braca della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Salerno ed Avellino, su “Tutela e legalità dei beni culturali dell’Agro Nocerino-Sarnese”.

“Particolarmente preziosi sono risultati la presenza e gli interventi di esponenti dell’Arma –sottolinea il presidente della “PanacéA”, Gianni Rossi- che si dedicano da anni al reperimento ed alla catalogazione di ciò che l’uomo depreda, saccheggiando le ricchezze di un territorio già martoriato da sciagure naturali ed incuria.

Le opere d’arte narrano la storia di un popolo, e saccheggiarle equivale a depauperare una storia che ancora oggi si esprime attraverso loro, e ci narra di tradizioni, usanze, costumi e leggende.

Per questo, ci è sembrato opportuno porre all’attenzione generale il problema della scomparsa di talune opere, ed il ritrovamento in alcuni siti archeologici di reperti di interesse acclarato.

Proseguendo in tal modo la nostra “mission” di salvaguardare il patrimonio artistico collettivo, nel tentativo di custodire gelosamente ciò che abbiamo ricevuto in eredità simbolica dai nostri avi, ed al contempo di tramandare ai posteri l’interesse per le innumerevoli opere d’arte che il territorio offre, e che costituiscono l’ideale trait-d’union tra passato, presente e futuro”.

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