Per la prima volta dopo lunghi anni il Collegio Sindacale dell’Asl Napoli 3 Sud ha espresso parere favorevole alla proposta di bilancio di previsione 2011 e sul piano pluriennale 2011-2013.
Si tratta di un atto di grande rilevanza viste le gravi difficoltà di carattere economico-finanziario che attraversano l’intero comparto sanitario della Regione Campania. In particolare “rispetto all’anno 2009 – certifica il Collegio dei Revisori dei conti – si rileva una consistente contrazione dei costi di produzione di 95,013 milioni di euro pari a circa il 9,34 per cento, con una particolare incidenza, sia in termini percentuali, sia in termini assoluti, nell’ambito degli acquisti di servizi non sanitari diretti, dove le misure contenutistiche si appalesano più evidenti”.
Il parere favorevole espresso dal Collegio è stato acquisito dalla II Commissione Consiliare Permanente Bilancio delle Regione.
In altre parole, il risparmio più consistente è stato ottenuto grazie ad una riduzione sostanziale della spesa superflua (non sanitaria) e non certo solo sul fronte del personale.
Nelle conclusioni del verbale di approvazione della proposta il Collegio “prende atto che l’anno 2011 presenta comunque vincoli normativi che hanno condizionato la predisposizione del bilancio di previsione; prende atto altresì della scarsità delle risorse che, comunque, devono assicurare l’equilibrio finanziario, la coerenza e l’attendibilità delle previsioni rispetto agli obiettivi prefissati. Al riguardo pur garantendo il pareggio di bilancio nell’anno 2011 e nel biennio 2012-2013, questo Collegio apprezza l’obiettivo del Commissario Straordinario di conseguire ulteriori economie di spesa inerenti l’erogazione di servizi non sanitari, in misura pari al 50 per cento dell’obiettivo indicato”.
“In questi mesi di lavoro – spiega il Commissario Straordinario dell’Asl Napoli 3 Sud Vittorio Russo – l’obiettivo principale è stato quello di agire per la riduzione significativa delle spese superflue non direttamente riconducibile alle attività assistenziali. Tra queste, ad esempio, le spese telefoniche, la gestione del patrimonio immobiliare, gli accorpamenti delle strutture, la farmaceutica, il contenzioso legale. Per quanto riguarda invece le misure di blocco del turn-over del personale ci siamo semplicemente limitati ad applicare le misure disposte dalla Regione Campania con il decreto 49 del 2010 in accordo con il Governo Nazionale”.