Venus in (colours) Furs

Di una visibilità assoluta ma innegabilmente glamorous, la V.I.P, ossia la Venere in Pelliccia, è un esemplare raro di fashionista che compare non appena il freddo si fa più intenso; è poi facilmente individuabile per il suo manto coloratissimo, incline a mutare di tonalità via via che ci si inoltra nella stagione. Per nulla schiva, non perde occasione di farsi notare e aspira a diventare un’icona assoluta di glam. Di giorno incede sicura illuminata  da pellicce wild; dopo il tramonto, adattandosi alla situazione, muta colore, scegliendo soprattutto toni che la rendono decisamente più riconoscibile negli appuntamenti mondani: arancio, verde, fucsia, celeste e lilla. Una incontenibile esplosione di colori, dai toni spesso acidi e brillanti che non disdegnano punte rosse fuoco e blu elettrico. Ingredienti di una ricetta vincente che trasforma in gioco il dubbioso rituale del “cosa mi metto?!” prima di un party.

Una particolarità della V.I.P. è poi la  capacità di saper cambiare non solo il colore, ma anche  la lunghezza del prezioso manto che l’avvolge, per  affrontare sempre con opportuna eleganza le diverse occasioni.

Basta dare un’occhiata alla collezione di Carlo Tivioli per comprendere che il wild mood si declina in lunghezze e lavorazioni diverse. Dalle striscie di vario spessore che creano volume, al patchwork sinuoso che accoppia il pelo ad altri materiali. Voluminose kidassia furs, irresistibili al tatto, volpi audaci e visoni discreti a esaltare il contrasto, già annunciato dalle tonalità accese. Dettagli in raso impreziosiscono materiali dall’aspetto sobrio (molto spesso cinture che segnano il punto vita).

L’oggetto del desiderio nell’immaginario collettivo borghese si libera dai rigidi vincoli, diventando campo di sperimentazione dalle tinte accese. Pelliccia uguale terreno di (novità) e sperimentazione.

Ottimo antidoto per  esorcizzare con ironia il global warming verrebbe da pensare. Il must è infatti di assoluto divertimento, pronto a trasformare in complemento del look ciò che prima era destinato alla battaglia contro il freddo.

M.Chiara D’Apolito

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