Gli operatori sociali in protesta scalano il Maschio Angioino

Singolare protesta degli operatori sociali nella giornata di martedì: due arrampicatori professionisti hanno scalato le pareti del Castello, trecento hanno realizzato una catena umana e oltre cento si sono barricati all’interno.

La protesta, iniziata circa dieci giorni fa con l’occupazione simbolica di Palazzo Reale e poi della stanza dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, è culminata venerdì scorso con il sit-in davanti al teatro San Carlo in occasione della serata di apertura della stagione con la prima del ‘Pergolesi in Olimpiadè . “Manifestazioni che proseguiranno fino a quando non saranno trovate soluzioni strutturali”: come afferma Sergio D’Angelo, presidente di Gesco e portavoce del comitato il “Welfare non è un lusso”, che parla a nome di ventimila operatori sociali in mobilitazione a Napoli e provincia.

Molti dei rappresentanti delle cooperative e delle associazioni che protestano, da circa due anni, non ricevono pagamenti per le prestazioni erogate a favore di anziani, handicappati, sofferenti psichici e minori a rischio.

La causa di questa violenta protesta sono le incaute misure di gestione della questione, in primis le dichiarazioni rilasciate dal ministro del Lavoro con delega alle Politiche Sociali Maurizio Sacconi. Lo stesso ministro ha infatti dichiarato di non essere a conoscenza della vertenza, e che comunque il terzo settore non rientra nelle sue competenze. Dichiarazioni che hanno lasciato perplesse molte persone.

Poi c’è il termine dato dagli enti locali, il 31 gennaio, affinché una parte minima di fondi venisse sbloccata (20 milioni di euro su un avanzo che complessivamente arriva a 500 milioni).

In questi giorni è fissato un incontro tra Regione Campania e Comune di Napoli per verificare la rendicontazione presentata dal Comune così da effettuare il trasferimento in tempi rapidi di circa 12 milioni di euro. Una cifra che costituisce una piccola parte di quanto atteso. Secondo le cifre riportate, su base regionale, le risorse dovute si attestano sui 500 milioni di euro, mentre per quanto riguarda il Comune di Napoli si è attorno ai 100 milioni di euro.

Ancora D’Angelo spende poi parole che entrano nel merito delle strategie di Tremonti e del governo tutto: “Tagliare tutto alla cieca provoca lo smantellamento del lavoro di decenni, lo stato nei fatti sta decidendo coscientemente di disinvestire, di non occuparsi più di queste persone”

Mario De Angelis

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