«Non appena messo a conoscenza di quanto stava succedendo – ci ha confermato il preside Giordano – ho avvertito i carabinieri che dopo aver preso visione la presunta arma da fuoco hanno subito dichiarato che si trattava di una scacciacani. Consegnata l’arma alle forze dell’ordine, la tesi mi veniva definitivamente confermata pochi minuti dopo, con una telefonata degli stessi carabinieri che l’avevano analizzata presso la caserma. La tensione che si era creata nei primi minuti, nel giro di circa mezz’ora, si era del tutto sgonfiata, ma poi alcuni mass-media hanno deciso di farne un caso. Senza spiegare quanto veramente accaduto è stato gettato gratuitamente fango sulla comunità letterese».
Restano ancora degli interrogativi, legati in particolar modo alla richiesta di attenzione inconsciamente fatta dal giovane alunno e alla custodia di un oggetto che, pur non essendo un arma da fuoco, doveva essere custodito con più accortezza e fuori dalla portata del bambino. «Un episodio degno di attenzione da parte della scuola – ha concluso il dirigente della scuola – ma nulla a che vedere con ambienti degradati; il gesto di un bimbo che, ad appena sette anni, ha sicuramente pensato principalmente ad un gioco che l’avrebbe messo al centro dell’attenzione con i compagni di classe».
Gennaro Cirillo