L’incontro tra l’assessore ai Trasporti e alle Attività produttive Sergio Vetrella ed il governatore Stefano Caldoro ha portato sostanzialmente ad un nulla di fatto. Le dimissioni di Vetrella per ora restano «congelate». In una nota, Caldoro fa sapere che si è dato qualche giorno di tempo per «approfondire i temi discussi e verificare le soluzioni idonee al proseguimento del lavoro comune». Il documento «smentisce ogni ricostruzione legata a divergenze con altri colleghi di giunta o a singoli episodi», ma resta il fatto che il disagio di Vetrella dipende dagli ostacoli che nelle ultime settimane ha trovato rispetto agli obiettivi che si era prefissato. La stessa nota riconosce l’esistenza di problemi, laddove si legge che «le ragioni addotte» da Vetrella nel motivare le dimissioni «sono legate esclusivamente alla volontà di esercitare la delega conferita per raggiungere gli obiettivi di rilancio del settore, nell’ambito della piena collegialità della giunta e delle strategie ampiamente condivise». Le ragioni del malessere sono ben note. L’ex senatore ha ereditato un settore organizzato nei servizi ma appesantito dai forti debiti delle società. Per rimettere ordine, soprattutto nei conti, Vetrella ha pensato a un piano di riassetto. Ma per farlo servono soldi, e tanti. Da qui lo scontro con Giancane, l’assessore al Bilancio, che, si è opposto alla richiesta di maggiori risorse per i Trasporti, motivando il suo rifiuto con la necessità di non poter sottrarre fondi alla sanità. Poi le nomine: è evidente che l’indicazione di Nello Polese (ex sindaco di Napoli, coinvolto in Tangentopoli, e king maker di Caldoro alle scorse elezioni, ndr) alla guida dell’Eav abbia lasciato perplesso Vetrella che nelle scorse settimane aveva chiesto di avere maggiore voce in capitolo nella scelta dei vertici societari. Fatto sta che la nomina, prevista ieri, degli amministratori unici di Circumvesuviana, Sepsa, Metrocampania Nord-Est, Air e EavBus, è stata opportunamente rinviata al 10 febbraio. Al governatore l’assessore dimissionario ha chiesto di «voler lavorare senza condizionamenti e secondo gli obiettivi prefissati». Altrimenti, ha ribadito, «confermerò le dimissioni perché non posso andare avanti così».
Antonio Averaimo