Ercolano, gli esercenti: “Torniamo a vivere la nostra città”

“Torniamo a vivere la nostra città”: forte l’appello lanciato dagli esercenti ad Ercolano esasperati da un andazzo che ormai dura da troppo tempo e che starebbe inesorabilmente portando alla chiusura di numerose attività commerciali, anche storiche, in città. Complice la recessione economica in atto nel Paese ed una politica commerciale più volte nel corso degli anni apparsa non all’altezza del delicato compito ricoperto chi ha investito e creduto nella cittadina degli scavi invita la propria gente a non “snobbare” il territorio, a non recarsi altrove per le spese ordinarie o lo shopping straordinario in occasione delle festività di fine anno. “Ci duole constatare – hanno precisato i negozianti – come si preferisca spendere altrove  invece di alimentare l’economia locale. Nulla da eccepire sulla legittimità di disporre liberamente delle proprie finanze: tuttavia non comprendiamo la diserzione commerciale “a monte” di un paese che in realtà offre un discreto margine di scelta alla  clientela indigena. Basti osservare l’andamento produttivo delle confinanti Portici o Torre del Greco per comprendere come ad Ercolano qualcosa non “quadri”. Non vogliamo accusare nessuno nello specifico ne gridare “al vento” le nostre difficoltà: invitiamo solo i signori amministratori a “contare” il numero di attività commerciali chiuse, in cessione e prossime alla chiusura all’interno del territorio ercolanese per avere un quadro esauriente di una crisi senza precedenti. Siamo determinati a non mollare ma l’amministrazione comunale deve venirci in contro, proponendo manifestazioni pubbliche e stand nei quali sia possibile pubblicizzare la qualità del prodotto locale. Ormai anche l’impresa al minuto  cinese , particolarmente competitiva e radicata in paese, a difficoltà a “sopravvivere”: più in basso di così…”. Il dato allarmante sembra confermato da alcune indiscrezioni raccolte proprio tra i commercianti cinesi: e se si “arrendono”gli instancabili orientali c’è seriamente da preoccuparsi. Ma chi istituzionalmente parlando dovrebbe preoccuparsi o quanto meno avere a cuore le sorti dei coraggiosi esercenti ercolanesi? Su questo punto potremmo scrivere interi “trattati” ma ci limitiamo a lodare l’opera coraggiosa di alcune associazioni che tentano tra mille difficoltà di apportare linfa vitale ad un’economia ormai al collasso. Perché ad Ercolano non c’è più tempo per polemizzare, attaccarsi strumentalmente o rinfacciarsi arcaici e personali “dissapori”: al contrario occorre subito correre ai ripari e tentare, per quello che si può, di salvare il salvabile…e la dignità di una comunità che vanta duemila anni di storia.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.