Ercolano: l’impronta sul territorio dell’associazione Antiracket

Ercolano: tra le poche certezze sulle quali il paese può contare merita particolare risalto l’associazione Antiracket. Grazie all’opera di un movimento voluto dallo stesso Tano Grasso e localmente diretto dalla presidentessa Raffaella Ottaviano Ercolano è riuscita ad imprimere un colpo decisivo al malaffare e al fenomeno estorsivo che negli anni è costato alla classe imprenditrice un prezzo altissimo. Ecco perché non ci siamo mai allontanati dall’idea di vedere in prima linea contro la delinquenza organizzata il sindaco Vincenzo Strazzullo e l’Ufficio Legale del Comune. Non sarebbe potuto essere che così. Nulla da dire in merito alle “marce della pace” e alle “varie fiaccolate di contorno” ma a patto che a queste piacevoli occasioni d’incontro seguano fatti concreti come quelli  messi in essere dall’associazione Antiracket e da chi mai ha chinato il capo contro la cinica e spietata logica di strada.

Al di là delle polemiche scaturite sulla presunta non costituzione a Parte Civile del Comune nei processi scaturiti in seguito alle denunce per estorsione presentate dai commercianti ercolanesi (sulla vicenda il sindaco Vincenzo Strazzullo avrebbe peraltro già garantito l’impegno “fisico” della casa municipale in ausilio delle vittime), la gente appare disorientata dall’atteggiamento dei propri pubblici referenti sempre più distanti dalle reali problematiche cittadine. Più volte si era fatto riferimento ad una intromissione “forzata” della stampa in questioni irrilevanti ai fini dello sviluppo socio-economico di Ercolano. “Sorvolando bonariamente” su arterie principali cittadine mai sottoposte a regolare collaudo e su barriere architettoniche per disabile disseminate un po’ ovunque sul territorio, compresa l’area cimiteriale, non si comprende la logica operativa con la quale ci si relaziona amministrativamente con un bacino d’utenza scettico e poco incline, dati i precedenti, all’integrazione con l’universo politico locale. In questo clima surreale diventa difficile anche analizzare i “fatti”: ogni critica costruttiva, ogni legittima rimostranza viene spesso ad Ercolano interpretata quale attacco ad personam ordito e pianificato nella maggioranza dei casi da regie più o meno lontane dalla cittadina vesuviana.

Riteniamo che questo messaggio possa fungere da ulteriore incentivo ad “agire” per  il governo locale e l’assise cittadina da cui il popolo di Ercolano attende risposte concrete  ad interrogativi mai risolti sul futuro, sulla sicurezza e sulla opportunità o meno di creder ed investire in una terra che ha troppe volte deluso i propri figli. Della serie: la parola adesso , o meglio “i fatti”, a chi governa in città.

Alfonso Maria Liguori

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