Ercolano, emergenza strutture ricettive

Ci si interroga ad Ercolano sulle strategie ricettive da adottare per l’ormai prossima stagione turistica da parte dell’amministrazione comunale. I commercianti chiedono a viva voce un potenziamento dei servizi basilari offerti ai visitatori e l’organizzazione di eventi ludici proprio in prossimità dell’area archeologica. Le botteghe caratteristiche situate in via Alveo, momentaneamente ospitate all’interno dell’area parking comunale, potrebbero fungere da fiore all’occhiello di un settore produttivo che deve trovare nuove risorse se vuole rimanere competitivo agli occhi del palinsesto turistico campano. Ercolano ad oggi rimane una delle mete preferite regionali  per quanti decidono di trascorrere le proprie ferie o i weekend a diretto contatto con l’archeologia e gli ecosistemi tipici della morfologia vulcanica. Ma non si può e non si deve esclusivamente puntare sul “si salvi chi può” per rispondere alle esigenze di quanti, è doveroso sottolinearlo, apportano benessere economico alla cittadina vesuviana. Si sente sempre più spesso ormai parlare di “snobismo” da parte dei tour operator nei confronti di Ercolano: sembrerebbe che gli addetti ai lavori preferiscano dirottare nella vicina Pompei i turisti al fine di offrire una qualità di servizi più consona  alla notorietà del territorio in oggetto. Questo dato non depone bene per l’impresa turistica ercolanese: impresa che almeno sulla carta dovrebbe essere motore trainante dell’intera economia locale. A monte di questo stallo sicuramente l’eccessiva superficialità con la quale per anni si è governato il paese: non è corretto ne legittimo infatti attribuire a questa amministrazione o a quella immediatamente precedente responsabilità oggettive ben più datate. Purtroppo il tanto decantato processo di scolarizzazione non ha nella comunità vesuviana sortito gli effetti desiderati : i risultati di questo fallimento sono quotidianamente visibili agli occhi di chiunque passeggi  per le principali arterie cittadine. Se non si riesce a tenere in ordine le strade di accesso al sito archeologico ne quelle di transito per il Vesuvio figuriamoci il resto. Alla “bonaria provocazione” lanciata a diversi imprenditori turistici della zona sull’opportunità di investire nuovamente ad Ercolano la risposta è stata inequivocabilmente negativa. “Se potessimo tornare indietro impianteremmo altrove le nostre attività”. Riteniamo che su queste avvilenti dichiarazioni la società civile tutta debba seriamente interrogarsi: il punto è stabilire se si vuole dare una chance concreta di riscatto a questa Terra vulcanica o se si stia paradossalmente manovrando alla distruzione lenta e continua della stessa, non comprendendo bene  nell’interesse di “chi”. Viene quasi da pensare che si stia tentando di “annientare” per ricostruire…e si ha l’impressione di riascoltare farneticanti proclami balconsitici già uditi in città decenni addietro.

Alfonso Maria Liguori

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