Il senatore Aniello Di Nardo (Idv) si schiera contro la trasformazione del palazzo reale di Castellammare di Stabia in un albergo di lusso. «Siamo pronti a contestare ogni speculazione sulla Reggia di Quisisana» ha affermato Di Nardo, che ieri mattina ha protocollato a palazzo Madama l’interrogazione Parlamentare del per chiedere chiarimenti sullo stato di ultimazione dei lavori per il ripristino della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia (Na), finanziati dal CIPE con quasi 20 milioni di euro al fine di trasformarla in un grande centro di attrazione archeologico e culturale, e per contestare l’ipotesi speculativa di trasformare il Palazzo Reale in albergo di lusso. Un documento indirizzato al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanza, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per i rapporti con le Regioni e al Ministro per la Coesione Sociale. Di seguito, il testo dell’interrogazione a risposta scritta:
Il CIPE, con Deliberazione n. 162 del 6 agosto del 1999, ha approvato l’assegnazione definitiva del finanziamento di 19.665.000,00 euro per il restauro della Reggia di Quisisana, “considerato che, secondo le valutazioni del nucleo di valutazione e verifica del Ministero del tesoro, elemento fondamentale per il successo dell’iniziativa è costituito, oltre che dalle opere di restauro, anche dall’avvio del Centro di restauro e formazione, che comporta la destinazione, da parte della regione Campania, delle risorse necessarie per gli interventi formativi”;
le Linee programmatiche dell’Accordo di Programma Quadro tra il Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Campania, firmato nel marzo 2001, prevedono che “l’ex Reggia di Quisisana, già restaurata con i fondi di cui alla legge 64/1986 dal Comune di Castellammare di Stabia, potrà essere adibita alla sede per lo sviluppo di un Centro di eccellenza per l’integrazione delle attività di ricerca applicate al patrimonio archeologico della Soprintendenza di Pompei”;
il POR Campania 2000-2006, su proposta della Soprintendenza archeologica di Pompei (oggi confluita nella Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei), ha finanziato nel Progetto Integrato (PI) Grande Attrattore Culturale “Pompei – Ercolano e sistema archeologico vesuviano” l’intervento identificato come “F SAR CST 001 – Centro di eccellenza per le tecnologie di conservazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali”, del costo di 2.427.347,42 euro, ubicato presso il Palazzo reale di Quisisana;
il CIPE con delibera n. 83/2007 assegnò ulteriori risorse alla Regione Campania per la riapertura del Museo archeologico di Stabiae-Antiquarium stabiano all’interno del complesso del Quisisana;
in data 11 aprile 2008 è stato siglato a Roma, presso l’Ufficio del Segretario Generale del MiBAC, il Protocollo d’intesa per la istituzione della sede distacca di Castellammare di Stabia dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR), sottoscritto da MiBAC, ISCR, Direzione regionale per i beni culturali e il paesaggio della Campania, Regione Campania, Provincia di Napoli, Città di Castellammare di Stabia;
il Direttore regionale per i beni culturali della Campania in data 10.02.2009 ha inviato una lettera alla Regione Campania e al Comune di Castellammare di Stabia per “confermare la disponibilità del MiBAC a collaborare alla creazione di una sede distacca della Scuola di alta formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro in Castellammare di Stabia”;
il finanziamento CIPE (delibera n. 162/1999) è espressamente finalizzato, in maniera vincolante, ad ospitare una scuola nazionale di restauro, al servizio anche delle limitrofe aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis, così come da progetto congiuntamente redatto dal Comune di Castellammare di Stabia e dalla Soprintendenza archeologica di Pompei (oggi Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei), e lo stesso CIPE con delibera n. 83/2007 assegnò ulteriori risorse alla Regione Campania per realizzare il Museo archeologico di Stabiae all’interno del complesso del Quisisana;
in data 2 dicembre 2009 fu sottoscritta in Napoli, presso la sede della Direzione regionale per i beni culturali e il paesaggio della Campania, la “Convenzione tra Ministero per i beni e le attività culturali, Regione Campania, Provincia di Napoli, Città di Castellammare di Stabia e Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per la costituzione di un Gruppo di lavoro tecnico per la elaborazione di un progetto di utilizzo e gestione del Palazzo reale di Quisisana”;
in data 22 gennaio 2010 il Gruppo di lavoro tecnico di cui alla succitata Convenzione ha consegnato il documento “Progetto di utilizzo e gestione del Palazzo reale di Quisisana”, corredato di verbale, allegati e tavole grafiche;
detto “Progetto di utilizzo e gestione del Palazzo reale di Quisisana” è stato approvato con successiva convenzione siglata in data 25 gennaio 2010 presso la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania e prevede la nascita della Scuola di Alta formazione in restauro gestita dall’Università S. Orsola Benincasa di Napoli e della Sede distaccata dell’ISCR di Roma, nonché il Museo archeologico di Stabiae, e una sede dell’Enoteca Regionale della Campania. I costi di investimento programmati sono:
– Laboratori Scuola di restauro = 1.550.767,00 €
– Allestimento Museo (concorso di idee + lavori) = 1.560.000,00 €
– Sistemazione accessi, parcheggi e parco = 6.000.000,00 €
– Allestimento Enoteca Regionale = 200.000,00 €
detta convenzione fissava entro il 31.12.2010 la data convenuta per la individuazione del soggetto gestore del Quisisana;
il Consiglio comunale di Castellammare di Stabia ha approvato all’unanimità il giorno 6 febbraio 2010 due delibere relative al Palazzo reale di Quisisana, e precisamente la D.C. n. 31 del 6 febbraio 2010 ad oggetto “Palazzo Reale Quisisana – Presa d’atto verbale conclusivo tavolo tecnico, corredato da rilievi planimetrici, Piano di utilizzo e gestione, Convenzione” e la D.C. n. 32 del 6 febbraio 2010 ad oggetto “Palazzo Reale di Quisisana – formalizzazione rapporto con Università Suor Orsola Benincasa di Napoli per Scuola quinquennale di Restauro” ;
la Regione Campania ha preso atto del citato Piano di utilizzo e gestione con D.G.R. n. 216 del 10.03.2010;
dal 1997 l’Antiquarium statale stabiano di Castellammare di Stabia è chiuso al pubblico, a seguito della decisione della Soprintendenza archeologica di Pompei (oggi Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei) relativa all’agibilità dei locali. Da quel momento, la Soprintendenza archeologica ha mantenuto in sede i reperti della collezione stabiana e ha assicurato la vigilanza e la custodia dei reperti;
più volte in questi anni, organi di stampa, associazioni e cittadini hanno lamentato lo stato di abbandono in cui versava e versa il patrimonio archeologico locale, e il Comune di Castellammare di Stabia fino all’anno 2010 ha sollecitato la individuazione di una soluzione definita per la musealizzazione dei reperti dell’antica Stabiae, prima destinando a tale scopo la Villa Gabola, e poi individuando, d’intesa con Ministero dei beni culturali, Regione Campania e Provincia di Napoli tale sede nella Reggia di Quisisana. Il Museo di Stabiae dovrà essere realizzato a partire dalla collezione dell’Antiquarium stabiano, costituita dai reperti provenienti dall’ager Stabianus (recuperati nel corso degli scavi condotti tra 1950-1970 e nelle ultime campagne di scavo) e dai reperti provenienti dai sotterranei del Duomo (recuperati negli anni 1876-79), e dai materiali provenienti dagli scavi borbonici e da altri recuperi successivi conservati al Museo Nazionale di Napoli (sec. XVIII-XX), così come va valutata la possibilità e l’opportunità di includere anche i reperti paleocristiani provenienti dagli scavi ottocenteschi della Cattedrale, se coerenti con la missione comunicazionale del Museo di Stabiae;
destano seria preoccupazione le condizioni in cui versano i reperti stabiani stipati nei locali dell’Antiquarium statale di Castellammare di Stabia, in via Marco Mario, mentre i preziosi affreschi romani sono stati inviati in giro per il mondo per mostre ed esposizioni invero costose, senza che vi sia stato analogo impegno per allestire in maniera permanente la collezione museale in città;
è imminente la conclusione dei lavoro di restauro del Palazzo reale di Quisisana, con la consegna dell’immobile al Comune, occorrendo a tal fine assicurarne immediatamente l’uso per i fini e le destinazioni previste dal finanziamento CIPE e dagli accordi sottoscritti;
per l’avvio delle attività della Scuola di Alta Formazione in restauro da parte dell’Università Suor Orsola Benincasa il Consiglio comunale in data 6 febbraio 2010 ha approvato lo schema di comodato d’uso gratuito da sottoscriversi tra il Rettore p.t. dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e il Dirigente del Settore Cultura del Comune di Castellammare di Stabia;
il MiBAC, la Regione Campania e la Provincia di Napoli hanno individuato nel Palazzo reale di Quisisana il Centro regionale di restauro di riferimento per l’intera Regione Campania;
la Scuola di alta formazione per il restauro viene gestita dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con corsi quinquennali e rilascio di una laurea al termine del ciclo di studi, con laboratori di restauro e aule didattiche, in collaborazione con l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma. Detta scuola universitaria si avvale della diretta collaborazione della Direzione regionale del MiBAC per quanto attiene alle attività formative sul campo. Il MiBAC assicura il più ampio e totale sostegno scientifico ai programmi e alle attività che si andranno a realizzare nel Quisisana, e ha ribadito la completa disponibilità dell’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro di Roma a provvedere all’attivazione di una propria sede distaccata con compiti di formazione (SAF) che interagisca con la Scuola di restauro UNISOB non appena saranno individuati idonei sostegni economici da parte degli enti locali, in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto in Roma l’11 aprile 2008 tra MiBAC, ISCR, Regione Campania, Provincia di Napoli e Comune di Castellammare di Stabia;
a fronte del totale inutilizzo della struttura per i fini di cui ai finanziamenti CIPE, dal 28 al 30 gennaio 2011 si è svolta nei locali del Palazzo reale di Quisisana una rassegna commerciale dedicata al mondo dei matrimoni denominata “Tra Sogni e realtà”, organizzata da una società privata, con il patrocinio del Comune di Castellammare di Stabia, senza il coinvolgimento del MiBAC;
in data 15 gennaio 2011 il sindaco di Castellammare di Stabia ha dichiarato alla stampa così come riportato sul sito istituzionale del Comune di Castellammare di Stabia (www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it) : “Guarderei con grande attenzione a una proposta, da parte di una primaria catena alberghiera, di livello internazionale, ovviamente, che facesse – in tutto, o in parte – della Reggia di Quisisana una stazione del lusso e del benessere in grado di intercettare i flussi turistici d’élite sia in Italia che all’estero”;
in data 29 gennaio 2011 lo stesso sindaco, così come riportato sul sito istituzionale del Comune di Castellammare di Stabia (www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it) , ha affermato di voler ricorrere a un non meglio precisato “concorso internazionale di idee” sulla Reggia di Quisisana “per valutare le migliori proposte capaci di renderne virtuosa la gestione”,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, intendono assumere:
– al fine di dar seguito e piena attuazione agli accordi istituzionali citati e consentire la valorizzazione del Palazzo reale di Quisisana, a partire dalla istituzione della Sezione distaccata dell’ISCR e dalla riapertura dell’Antiquarium Stabiano di Castellammare di Stabia;
– per garantire la giusta finalizzazione del finanziamento CIPE, invero eluso ove mai il proprietario del bene (il Comune di Castellammare di Stabia) persistesse nelle posizioni recentemente (gennaio 2011) espresse dal sindaco;
– per evitare che l’edificio restaurato con i fondi CIPE venga dato in uso a privati per attività ricettive e commerciali completamente estranee alle originarie finalità assunte dal CIPE stesso;
– per la riapertura al pubblico della preziosa raccolta di reperti archeologici dell’antica Stabiae, costituita dall’Antiquarium statale di Castellammare di Stabia, aperta nell’anno 1959 e chiusa al pubblico dal 1997, anche al fine di assicurare la più ampia e totale tutela, conservazione e valorizzazione degli ottomila reperti inventariati;
– per garantire il rispetto degli accordi assunti anche con gli enti territoriali e locali di riferimento;
– per rendere pienamente operativo il complesso del Quisisana e, nell’ambito delle risorse che a tal fine si rendono necessarie, se sussiste la possibilità di reperire ulteriori finanziamenti anche a valere su fondi comunitari;
si chiede infine di sapere quando il Ministro per i beni e le attività culturali intenda emanare il proprio Decreto per l’istituzione nella Città di Castellammare di Stabia della Sezione distaccata della Scuola di Alta formazione e Studio dell’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, e quali misure intenda assumere per assicurare il pieno e regolare funzionamento della stessa, atteso che detta scuola e la concomitante presenza diretta dell’ISCR nell’area vesuviana sarebbe di grande importanza per la non più rinviabile azione di restauro e manutenzione programmata dei siti archeologici di Pompei, Ercolano, Stabiae, Oplontis, Boscoreale, Poggiomarino, Somma Vesuviana e dell’intera area sorrentino-vesuviana, esigenza resasi manifesta a tutti a seguito del crollo a Pompei della Schola Armaturarum del 6 novembre 2010.