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Boscoreale: continuano a battersi per la chiusura di Cava Sari

(Foto Gennaro Manzo)
(Foto Gennaro Manzo)

Sabato 12 febbraio si è tenuta un’altra manifestazione dei Comitati antidiscarica e delle Mamme Vulcaniche di Boscoreale, che continuano a battersi per la chiusura di Cava Sari. Il corteo è partito da Piazza Vargas ed è giunto sotto la sede del Municipio, a Piazza Pace, dove il sindaco Gennaro Langella e il resto dell’amministrazione stavano festeggiando l’inaugurazione del Centro Polifunzionale per anziani, fortemente voluto dalla maggioranza del centrodestra del comune.

Alle ore 11.00 circa i manifestanti, guidati anche dall’opposizione di Boscoreale, PD, UDC e IdD, hanno chiesto un confronto con il primo cittadino che, per tutta risposta si è barricato nel centro per gli anziani, e sotto la protezione delle forze dell’ordine, ha rifiutato il confronto con i manifestanti, come sempre nell’ultimo periodo, con la scusante di avvertire un clima a detta sua “facinoroso”.

Verso le ore 12.00 circa, il sindaco decide di incontrare i bambini e poche Mamme Vulcaniche. Dal colloquio i cittadini hanno ottenuto un incontro con Langella lunedì prossimo.

Stando agli atti, Cava Sari, la famosa ecobomba, dovrebbe chiudere entro marzo, ma i cittadini non si fidano delle parole dei governanti, e continuano a manifestare per i propri figli, per la propria vita. Una discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio inquina non solo le falde acquifere, ma anche la dignità del territorio e di chi lo abita.

I consiglieri comunali di minoranza intanto, hanno chiesto un Consiglio Comunale dove discutere della gestione tecnica, amministrativa e del personale del Pala Reale, il nuovo centro di raccolta rifiuti di Boscoreale, in virtù del miglioramento dei servizi e della trasparenza, ma Gennaro Langella e la sua maggioranza hanno volutamente disertato per due volte la convocazione.

IdV, UDC e PD chiedono le dimissioni del primo cittadino, che per tre anni si è “impegnato a “puntellare” la sua poltrona con azioni clientelari e poco lungimiranti con il solo risultato di spaccare il tessuto sociale della città e dividere il centro storico dalla periferia”.

Giovanna Sorrentino

(Foto Gennaro Manzo)


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