La storia, la tradizione e qualche consiglio per la giornata dell’amore

San Valentino, la festa degli innamorati è ormai alle porte. Per il 14 febbraio, questa la data fatidica, ognuno si accinge a festeggiare. Anche solo per un attimo, scalda il cuore ricordare che accanto ad ognuno di noi c’è sempre un amore che ci strappa un sorriso o una lacrima, ma che resta pur sempre la vera essenza della vita. Anche se oggi troppo legata all’aspetto commerciale che rischia di presentarla come una festa frivola, San Valentino, simbolo dell’amore, affonda le sue origini in epoche lontane.
Quali frasi della nostra letteratura racchiudono meglio il senso dell’amore come “Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende”…”.Amor ch’a nullo amato, amar perdona, mi prese di il piacer sì forte, che come vedi, ancor non mi abbandona”. E allora se l’amor cortese è sentimento capace di nobilitare ed affinare l’uomo, la festa degli innamorati può rendere ognuno di noi migliore.
Ecco qualche consiglio:
Ti regalo un fiore… meglio se è una rosa!
I fiori hanno un loro linguaggio, che può essere utile nel momento in cui non troviamo le parole.
I fiori, si sa, hanno mille significati: sono il linguaggio privilegiato di un timido pretendente, di un amante appassionato, di un marito romantico. Un dono adatto ad ogni giorno dell’anno, ma sicuramente di rigore per il 14 febbraio.  Regalare un fiore è anche un modo per lanciare un messaggio preciso. Ci sono fiori adatti ad ogni occasione: per dichiararsi, per esprimere passione, possesso, gelosia, tenerezza. Nonostante l’ampia scelta di contenuti e forme, gli innamorati non hanno mai avuto dubbi in proposito: la rosa è il fiore simbolo dell’amore per eccellenza. Regalare dei fiori fa sempre colpo, ma regalare una rosa significa trasmettere un messaggio ben preciso. La rosa è senza dubbio uno tra i fiori più belli. Ogni colore porta con sé un messaggio diverso.
Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. La rosa è il simbolo del segreto, delle cose da rivelare con delicatezza. La rosa, il cui bocciolo è ben nascosto dai petali, incarna anche la castità femminile mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza della gioventù. Innamorati di tutto il mondo, allora, non dovete far altro che scegliere un colore e mandare questo prezioso fiore alla vostra metà, ma attenzione ogni rosa ha un significato e se non lo si conosce, si rischierà di fare brutta figura! Per cui, ecco qualche suggerimento utile a chi desidera affidare alle rose il proprio messaggio. Una rosa rossa è un chiaro ed esplicito messaggio d’amore, ma se volete dare un tocco di creatività al vostro dono, ci sono a disposizione tanti diversi colori per tante diverse storie d’amore.
Una rosa di color rosa significa grazia e gentilezza e può andar bene per il complimento di un timido ammiratore. Rose rosse e bianche indicano unione, perfette per una coppia consolidata. E per una storia appena iniziata, rose gialle: la gioia!
La cena? …a lume di candela! La festa di San Valentino non può concludersi senza una romantica cena a lume di candela.  Da anni, i ristoratori di tutto il mondo si sono attrezzati, preparando per l’occasione menù speciali ed atmosfere sognanti. Molti, però, preferiscono passare nella propria casa questa ricorrenza, preparando con le proprie mani una cena raffinata. Il successo di una cena risiede in gran parte nella preparazione della tavola, che accoglierà le pietanze. In un’occasione speciale, come la serata di San Valentino, occorre armarsi un po’ d’ingegno e creare una magica atmosfera.  Una cena sobria, per i palati delicati, propone: risotto alla milanese; scampi alla piastra con contorno di insalata; crema pasticcera con lingue di gatto. Vi forniamo, infine, qualche suggerimento per “prendere per la gola” la vostra metà!
Risotto alla Milanese
Tagliate a pezzettini la cipolla e fatela dorare in un tegame con una nocciola di burro. Dopo qualche minuto, aggiungete due o tre bicchieri di riso crudo, lasciar tostare il riso e aggiungete del brodo a poco a poco. Girare lentamente versando la polvere di zafferano, fino a quando il riso sarà cotto. Servitelo con una spruzzatina di parmigiano in superficie.
Scampi alla piastra
Dopo aver speziato gli scampi, cuoceteli in una padella larga appena oliata per cinque minuti e serviteli con la verdura che ne esalterà il colore ed il sapore.
La crema pasticcera
Bollite 3 dl di latte con una scorzetta di limone e la vaniglia. Separate 4 tuorli e versateli in una terrina, unite 100 gr di zucchero e mescolate fino ad ottenere 1 crema omogenea. Aggiungete 25 gr di farina e diluite il tutto a poco a poco con il latte bollente. Versate il composto in un pentolino di rame o in un tegame dal fondo concavo, lasciando cuocere a fuoco molto basso e mescolando. Fate attenzione: la crema non deve giungere ad ebollizione. Versate il composto in una terrina e mescolate fino a quando non diventa fredda. Versate in due coppette la crema, spruzzatela con cacao amaro e inserite in modo decorativo due lingue di gatto. Lasciate il dessert in frigorifero, e a piacimento servite con panna.
A questo punto, che dire: buon appetito e buon San Valentino!
Angela Del Gaudio
LA STORIA

L’origine della festa degli innamorati nasce dal tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano per la fertilità. Gli antichi Romani consideravano Febbraio il mese in cui ci si preparava all’arrivo della primavera, simbolo di rinascita e prosperità. Verso la metà del mese iniziavano poi le celebrazioni dei Lupercali (dèi che tenevano i lupi lontano dai campi coltivati) e del dio, Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo dio venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa cercarono un santo “degli innamorati per sostituire il deleterio Lupercus. Trovarono così un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima. Il papa Gelasio I decise di sostituire la festività pagana della fertilità con la festa di San Valentino, ispirata al messaggio d’amore diffuso da San Valentino. Il Santo, infatti, fu condannato perchè univa in matrimonio coppie a cui l’imperatore Claudio aveva negato il consenso.
Una leggenda narra che Valentino, graziato ed “affidato” ad una nobile famiglia, avrebbe compiuto il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere. Valentino, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal vostro Valentino… Un’altra leggenda narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano