Non sono bastati tre giorni di estenuanti trattative per trovare un accordo sui criteri del riparto del fondo sanitario nazionale (106,4 miliardi). Troppo distanti le posizioni delle Regioni settentrionali da quelle del blocco bipartisan delle Regioni meridionali, composto da Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Molise, Puglia, Marche, e a cui ha aderito anche la Liguria. Queste ultime chiedono di considerare per il riparto anche gli indici di deprivazione. La proposta non è stata accolta dal Veneto, deciso a mantenere il meccanismo basato sull’età degli abitanti: sistema, questo, che favorisce il Nord a causa della popolazione più anziana. Lo strappo è maturato proprio in un momento decisivo della realizzazione del federalismo. L’unico spiraglio di intesa resta legato all’ipotesi lanciata da Marche ed Emilia Romagna: inserire tra i parametri gli indici di deprivazione ma limitati alla sola prevenzione; si declinerebbe inoltre in modo differente l’indice di anzianità, modulandolo in base alle differenti classi di età. Su questo schema si è registrato un consenso maggiore ed una parziale apertura è arrivata persino dalla Lombardia. La conferenza delle Regioni è stata dunque rinviata a data da destinarsi, mentre è già partito il lavoro di diplomazia per tentare di ricucire lo strappo. Nelle prossime ore potrebbe esserci un’iniziativa congiunta dei parlamentari del Pdl eletti nelle varie regioni. Se non si giungerà a una sintesi, a decidere sarà direttamente il ministero della Salute. Per il governatore della Campania Stefano Caldoro «è necessario introdurre nuovi criteri per la ripartizione delle risorse così come avviene in Europa. Manterremo unito il fronte del Meridione e sono convinto che una mediazione, per quanto difficile, si potrà raggiungere. Non chiediamo – conclude – misure assistenziali ma criteri oggettivi per non penalizzare i territori a causa di carenze strutturali ed errori riconducibili al passato». Categorico il giudizio di Nichi Vendola (Puglia): «Con il riparto del fondo sanitario nazionale abbiamo avuto un’avvisaglia di cosa vogliono fare, una razzia delle risorse del Sud come hanno fatto in questi due anni e mezzo, e questa razzia la vogliono rendere legge. Questo è il federalismo».
Antonio Averaimo