Il Comune di Vico Equense, in una seduta del Consiglio Comunale del mese di settembre, deliberava l’uscita dal Piano Sociale di Zona. Nella seduta l’assessore Lello Esposito chiarì che la decisione del Comune era dovuta alla scarsa efficienza e allo spreco di risorse economiche che nasceva dalla gestione associata dei servizi sociali e assicurò che il Comune era in grado di garantire servizi migliori gestendone in proprio tutta l’organizzazione.
Nello stesso Consiglio Comunale alcuni consiglieri di opposizione proposero con forza di restare all’interno del Piano Sociale di Zona e di aprire una discussione con i dirigenti dell’ambito territoriale. Bastava migliorare alcuni servizi che risultavano carenti, asserivano i consiglieri, senza provocare un vero e proprio terremoto nelle Politiche Sociali, buttando di fatto a mare una serie di prestazioni di eccellente qualità.
La delibera suscitò preoccupazione anche nei cittadini che avevano usufruito dell’assistenza e nelle forze politiche e civili della città. Il Partito democratico e l’Ass. “Per Vico e i suoi Casali”, con due manifesti, chiedevano conto al Comune di una scelta tanto drastica quanto insensata, vista la buona resa dei servizi sociali sul territorio e lanciavano il sospetto che fosse frutto di interessi propagandistici e clientelari.
Il comune fece spallucce e continuò sulla sua strada. Nei mesi di dicembre e gennaio, la Giunta approva tre delibere con le quali affida direttamente ad alcune cooperative ed associazioni del territorio la gestione di servizi di assistenza ed elabora i nuovi indirizzi e le linee guida per la gestione della casa di riposo in via Madonnelle.
La situazione, tranne che agli addetti ai lavori, è apparsa subito abbastanza ingarbugliata, in quanto si sono accavallate una serie di notizie che hanno creato non poca confusione. In realtà la questione è molto semplice. I servizi sociali garantiscono una serie di prestazioni che vanno dall’assistenza domiciliare agli anziani e ai minori e ai portatori di handicap, fino al trasporto degli assistiti, all’accoglienza dei disabili, al telessoccorso. Il comune con un protocollo d’intesa allegato alla delibera affida ad alcune cooperative con sede a Vico Equense la gestione di questi servizi.
Un capitolo a parte, invece, sono le nuove linee guida per l’affidamento in gestione della casa di riposo di via Madonnelle, tramite gara ancora da farsi. Per ora, in base alle nuove disposizioni, l’edificio della casa di riposo è stato diviso in due sezioni, una al piano terra, destinata al Centro Benessere per minori e disabili, e l’altra soprastante, che ospiterà, in futuro e con un’altra convenzione, sedici anziani.
Grazie agli effetti della delibera, oggi risultano operative sul territorio, per affidamento diretto, la Cooperativa La Locanda, con sede in Vico Equense che assume i servizi di assistenza domiciliare anziani, portatori di handicap, colonia marina disabili e minori, assistenza specialistica portatori di handicap.
L’associazione di volontariato Movimento Famiglia, con sede in Vico Equense che assume il servizio di assistenza domiciliare ai minori.
L’Associazione di Volontariato Help, con sede in Vico Equense, finanziata anche da un progetto regionale denominato “XL – Extralarge”, che assume i servizi del “Centro Benessere” per minori e disabili. A questa associazione viene affidato in comodato d’uso tutto il piano terra della casa di riposo di via Madonnelle.
L’Associazione La Misericordia con sede in Vico Equense, che si assume il servizio di trasporto disabili ai centri di riabilitazione ed eventualmente il servizio di Telesoccorso.
Firmatari del Protocollo di Intesa, per le rispettive cooperative e associazioni, i sig. Filomena Starace, Pasquale Di Martino, Giuseppe Di Palma, Adriana Staniero.
Per quanto riguarda l’associazione La Misericordia, si rileva che non era presente alla riunione e telefonicamente ha dato l’adesione al protocollo d’intesa. In particolare, va aggiunto che il servizio di telesoccorso risulta agli atti solo come un’eventuale prestazione del’associazione.
Le polemiche sollevate da più parti si avvalgono principalmente di due argomentazioni. Una è che le delibere erano materia di discussione nel Consiglio Comunale e non solo nella Giunta e sono perciò illegittime. L’altra è relativa ai volontari, alle loro prestazioni e agli eventuali compensi. Infatti, nella convenzione si evince il ricorso soprattutto al volontariato con un rimborso spese mensile forfettario e fisso . Procedura alquanto irrituale, poichè le spese dovrebbero essere quantomeno documentate.
Sergio D’angelo, presidente del consorzio cooperative della Gesco, Michele De Angelis, portavoce del comitato “Il welfer non è un lusso”e il coordinatore dell’ufficio Piano di Zona, Gennaro Izzo, auspicano con toni e misure diverse, il pronto ripristino della legalità con ricorsi al TAR e tramite l’intervento del Prefetto, il quale in altre zone contigue con problematiche molto simili a quelle che si registrano a Vico Equense, ha rilevato l’llegittimità delle delibere approvate dai comuni.
Può sembrare di poco gusto discutere di atti burocratici di fronte a situazioni che comportano nella realtà una notevole dose di sofferenza umana. Le famiglie hanno bisogno di assistenza per i congiunti in difficoltà e poco si interessano di delibere e convenzioni. E’ fondamentale però approfondire questo lato della vicenda. Gli assistiti non stanno ricevendo nessuna prestazione in più o migliore di quelle ricevute in passato e, gioco forza, si stanno adattando alle scelte degli organi preposti. Il Piano Sociale di Zona istituzionalmente garantiva professionalità e prestazioni di alta qualità continuate nel tempo. Oggi il pericolo maggiore è la discontinuità degli operatori volontari che, senza le garanzie di un contratto di lavoro, saranno liberi di svincolarsi quando vogliono. Probalilmente diminuirà la qualità dei servizi per l’assenza di personale specializzato e stabile nel tempo. Dietro alle inaugurazioni dal sicuro impatto di immagine che il comune predispone con notevole effetto mediatico, c’è dunque il buio di scelte precipitose che non sembrano motivate solo dal miglioramento delle prestazioni. E che rendono verosimili e fondati i dubbi di chi intravede dietro questa operazione solo un atto di propaganda per le prossime elezioni.
Maria D’Ordia